Pesaro, accusata di aver sottratto i figli: assolta. Il marito terrorizzava i bimbi e lei li ha portati dalla madre, ma l’ex coniuge sapeva tutto

La volante della polizia di Stato di fronte al tribunale
La volante della polizia di Stato di fronte al tribunale
di Luigi Benelli
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Sabato 20 Aprile 2024, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 13:06

PESARO - Il cielo si sarebbe aperto e sarebbe arrivato l’Armageddon, con palle di fuoco che avrebbero colpito i bambini. Così un uomo terrorizzava i suoi piccoli nell’ambito di un rapporto coniugale fallito. E’ questa la storia complicata di una separazione finita davanti ai giudici con querele incrociate da parte di moglie e marito. La madre dei bambini, 42enne pugliese, aveva denunciato il marito per maltrattamenti in famiglia. Un processo che è arrivato già alla sentenza d’appello determinando una condanna a 2 anni per l’uomo a cui è stato anche imposto l’obbligo di frequentare un corso per uomini maltrattanti. Ma lui aveva querelato la donna per sottrazione di minori (i due figli della coppia) e l’altro giorno c’è stata la sentenza a Pesaro davanti al tribunale monocratico.

A causa della separazione con il marito, che non avrebbe più passato gli alimenti, nell’estate del 2022 la donna era stata costretta a lasciare la casa cointestata che aveva con l’ex, fino a tornare in Puglia a casa dei genitori, per ragioni economiche.

E aveva portato con sé i due figli. Ed è qui che è scattata la denuncia dell’uomo.

Lui era arrivato anche a minacciare i figli che frequentavano sempre meno il mondo dei testimoni di Geova, per via dell’allontanamento della madre dalla fede. In aula la donna ha riferito quanto l’ex marito avrebbe detto ai figli per spaventarli e allontanarli da lei. Ovvero che sarebbero stati bruciati da palle di fuoco per colpa della donna che aveva smesso di portarli alla Sala del Regno. Citava anche Armageddon per spaventarli fino a dire che lei non era una buona madre. In aula però l’imputata, difesa dall’avvocatessa Elena Fabbri, ha contestato tutte le accuse riportato le chat che si scambiava con il 40enne, dimostrando come quest’ultimo fosse a conoscenza di tutti gli spostamenti della donna. Non solo, avrebbe anche saputo persino la via dell’abitazione dei suoceri che aveva ospitato la donna e i due ragazzini. Quindi nessuna sottrazione, solo uno stato di necessità. Motivo per cui il giudice ha assolto la donna perché il fatto non sussiste.

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