I fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, sono stati condannati anche per estorsione e spaccio. I legali, intanto, preparano l'appello dopo l'ergastolo per Willy. Le motivazioni della condanna per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte sono attese per la fine di settembre, ma a pesare sulla pena all'ergastolo inflitta ai fratelli sono stati i loro precedenti. I picchiatori di Artena, praticanti dell'arte marziale MMA, ad aprile, prima della condanna per l'omicidio di Colleferro emessa dalla corte d'Assise di Frosinone, erano stati condannati in Appello a quattro anni e mezzo di reclusione per spaccio ed estorsione. Il verdetto riguarda un'inchiesta della Procura di Velletri per un giro di droga e pestaggi verso i debitori. A dicembre 2020, quando si trovavano già in carcere per il pestaggio che è costato la vita al 21enne di Paliano, ai fratelli di Artena era stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Fratelli Bianchi, l'inchiesta di Velletri
Nell’inchiesta di Velletri erano finiti in carcere anche Omar Shabani, membro della chat «la gang dello scrocchio» in cui i Bianchi vantavano con gli amici i loro pestaggi, e presente anche lui sulla scena dell’omicidio di Willy, pur non coinvolto nelle indagini.
Fratelli Bianchi, le prove della violenza
I fratelli Bianchi, insomma, avevano dato già prova della violenza che nei mesi successivi sarebbe stata letale per Willy. Per l'omicidio di Colleferro, i Bianchi intendono presentare ricorso in Appello. Così anche gli atri due giovani condannati: Francesco Belleggia a 24 anni e Mario Pincarelli a 21. Si attendono le motivazioni della sentemza. Intanto i fratelli di Artena, dopo la rinuncia del legale che li ha seguiti fino alla sentenza, Massimiliano Pica, hanno nominato tre nuovi difensori: Valerio Spigarelli, Ippolita Naso e Pasquale Ciampa.