Custode vende appartamenti e garage degli inquilini approfittando delle loro assenze: 14 vittime. Il trucco dell'aperitivo

A volte si è spacciato per un facoltoso avvocato che "svendeva" appartamenti

Custode vende appartamenti e garage degli inquilini approfittando delle loro assenze: 14 vittime a Milano
Custode vende appartamenti e garage degli inquilini approfittando delle loro assenze: 14 vittime a Milano
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Domenica 15 Ottobre 2023, 08:32

Prima si è costruito un'immagine di onestà e dedizione, poi se ne è approfittato vendendo appartamenti e garage del palazzo di Milano di cui era costode. Gli inquilini che si fidavano di lui gli avevano consegnato le chiavi e così faceva vedere gli immobili spacciandosi per il proprietario.

Una truffa allestita ad arte con numerosi stratagemmi. Alla fine il custode, 60 anni, è finito in carcere per truffa in quanto tentava di vendere, all'insaputa dei proprietari, due immobili all'interno dello stabile nella zona di piazza Venezia.

Ai potenziali acquirenti diceva di essere stato delegato dai padroni di casa per la compravendita, esibendo anche una falsa «perizia giurata» e li convinceva così a versare un anticipo, solitamente intorno ai 10 mila euro, che puntualmente si intascava. Nello specifico, l'uomo fingeva di vendere un box e l'appartamento dell'amministratore delegato di un importante gruppo di moda. Entrambi a un prezzo molto più basso rispetto al valore di mercato. Secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte dalla polizia e coordinate dai pm milanesi Maura Ripamonti ed Eugenio Fusco, sarebbero 14 le vittime della truffa, quasi tutte già residenti nel palazzo e in ottimi rapporti con il custode che, come scrive il gip Guido Salvini nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, «negli anni si era guadagnato la fiducia e la stima di tutti».

Lo stesso proprietario dell'appartamento, infatti, gli aveva lasciato una copia delle chiavi nel caso di emergenza. In questo modo, il 60enne poteva mostrare l'abitazione ai potenziali acquirenti, approfittando del fatto che il proprietario era spesso via per lavoro. Lo stesso faceva con il box di proprietà di una donna residente all'estero. Le indagini avevano preso il via dalla querela, presentata da entrambi i proprietari, che avevano scoperto che qualcuno cercava di vendere a loro insaputa i due immobili. In poco tempo, poi, erano arrivate anche le denunce da parte delle vittime della truffa.

Le truffe sono iniziate tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, andando avanti fino al febbraio del 2023, quando poi viene allontanato dal condominio.

Oltre un anno di imbrogli, quindi, reso possibile «grazie all'aura di onestà ed affidabilità che lo circondava - osserva il gip Guido Salvini - che ha di fatto consentito che così tanti fossero i truffati e che tanti potessero credere nelle sue bugie, in parte anche oltre la ragionevolezza».

In alcuni casi, infatti, «i prezzi indicati erano così fuori mercato da essere poco credibili per una persona di media esperienza, ma che solo la fiducia riposta nel 'mediatore' poteva indurre a pensare che non si trattasse di una truffa». Con l'unica persona tra le vittime che non era residente nel palazzo, il custode si era finto inoltre un affermato avvocato molto facoltoso.

Sapendo che l'uomo preso di mira frequentava spesso un negozio di lusso in via della Spiga, il 60enne ci andava a sua volta e «spendeva considerevoli somme di denaro per l'acquisto di capi di abbigliamento», offrendo «cene e aperitivi» alle commesse. «La dedizione dell'indagato ad attività di truffa», scrive il gip Guido Salvini, è giunta «sino a costruirsi un'altra personalità».

Disponendo la misura di custodia cautelare in carcere in quanto sussiste «concreto pericolo di fuga» e che il custode commetta delitti della stessa specie, il giudice sottolinea anche come fossero «varie, immediate e ben studiate» le accortezze usate «per temporeggiare allorquando i condomini presunti acquirenti sollecitavano, dopo la dazione delle somme a titolo di caparra o di contratto preliminare, la stipulazione del rogito o quando accadevano episodi che facevano sorgere negli stessi qualche sospetto».

L'affidabilità e la stima di cui godeva il 60enne, «unita agli altri elementi oggettivi che metteva sul tavolo della trattativa», come tutti i documenti, la possibilità di visitare gli immobili e di fare pagamenti tracciati «hanno avuto l'effetto di abbassare notevolmente le capacità di difesa da parte delle vittime».

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