Ascoli, monsignor Palmieri prima delle elezioni: «Chi ha ruoli apicali nella nostra comunità lasci il servizio»

Ascoli, monsignor Palmieri prima delle elezioni: «Chi ha ruoli apicali nella nostra comunità lasci il servizio»
Ascoli, monsignor Palmieri prima delle elezioni: «Chi ha ruoli apicali nella nostra comunità lasci il servizio»
di Pierfrancesco Simoni
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Giovedì 29 Febbraio 2024, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 11:48

ASCOLI «A pochi mesi dalle elezioni amministrative in alcuni Comuni della diocesi, sento il bisogno di condividere alcune riflessioni». Sono le parole del vescovo monsignor Gianpiero Palmieri che aggiunge: «La Chiesa è una comunità di credenti che non ha mai pensato che la sua missione si dovesse svolgere solo nel perimetro delle mura delle parrocchie. Dall’incontro con il Risorto e dalla fede nasce il compito di annunciare il Vangelo con le parole e le azioni che cambiano la realtà. L’amore per la città è l’amore per chi la abita ed è a sua volta un riflesso dell’amore con cui Dio ama ciascuno dei suoi figli. Da questa radice, da questa fede e da questo amore, emerge l’impegno dei cristiani in politica».  E cita una frase di Papa Francesco all’Azione cattolica del 2017: «“Mettetevi in politica, ma per favore nella grande Politica, quella con la P maiuscola, attraverso anche la passione educativa e la partecipazione al confronto culturale”. C’è oggi bisogno di cristiani che sappiamo servire il bene comune non solo con rigore e competenza, ma soprattutto con passione e amore, sapendo che spesso si va controcorrente».

L’esortazione

Monsignor Palmieri poi ribadisce una norma ecclesiale diffusa un po’ ovunque nella Chiesa italiana: «chi si candida alle elezioni in un partito o in una formazione politica e svolge un servizio “apicale” nella comunità cristiana, è bene che lasci quel servizio, per evitare strumentalizzazioni di ogni tipo.

Mi riferisco in particolare all’essere membro dei Consiglio pastorale diocesano o del Consiglio affari economici e di quelli della propria parrocchia. Sono infatti i luoghi, espressione della partecipazione laicale, in cui si elaborano insieme le decisioni ecclesiali da prendere. Nei rispettivi statuti della nostra Diocesi è già prevista questa eventualità. Lo stesso va detto per chi è responsabile degli Uffici pastorali o amministrativi della Diocesi».

Impegno da mantenere

Il vescovo conclude: «Chi si candida non deve lasciare l’impegno cristiano, la partecipazione alla vita della propria parrocchia o di un’associazione o movimento ecclesiale; anzi, chi sceglie questo servizio ha bisogno di sentirsi parte della comunità cristiana per essere sostenuto nel suo impegno. Mi riferisco solo a ruoli in servizi che implichino una responsabilità decisionale. Preferisco ribadire questo punto prima dell’ufficializzazione delle liste elettorali per evitare che questo pronunciamento sia interpretato contro “qualcuno”. Va invece nella direzione del rispetto delle regole del “gioco politico”. Quello che attende la politica localeè un impegno grande e alto. Lo si compie non solo per senso del dovere, ma per amore. Chiedo a voi, candidati politici, di avere nel cuore questa domanda: ciò che faccio e che dico aiuta tutti a ritrovare la speranza? Perché siete chiamati ad essere testimoni della forza della speranza, quella che tutti cercano e di cui tutti lamentano invece l’assenza».

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