SAN BENEDETTO - Non solo Nikita: se, infatti, a Porto San Giorgio si brinda per l’attribuzione delle stelle Michelin a due locali della costa, San Benedetto mette a segno un risultato unico in Italia: la presenza di uno stesso locale su tutte e tre le guide del Gambero Rosso: bar, ristorante e pasticceria. È il Soriano dei fratelli Erminio e Carlo Giudici a fregiarsi del prestigioso triplete, nell’anno in cui, tra l’altro, l’Antico Caffè compie i suoi primi 10 anni.
«Siamo molto felici di aver ottenuto questi premi - dice Erminio: da anni avevamo già la menzione con due chicchi e tre tazzine nella guida Bar d’Italia così come si dall’inizio del nostro lavoro qui avevamo ottenuto le due torte come Pasticceria d’Italia. Ma quest’anno è arrivata la sorpresa più ambita, le due cocotte come bistrot». A dir la verità l’anno scorso c’era già stata un’avvisaglia della crescita in qualità del locale: l’inserimento, al 27° posto in Italia, come bistrot low prize. «E anche quest’anno siamo stati riconfermati nella top 50 - continua il gestore con orgoglio -: merito del nostro staff ci riconfermiamo tra le eccellenze nazionali e di questo siamo grati ai nostri chef Simone Ventresca, Mauro Neroni e Simone Muscella, ai nostri pasticceri, ai nostri profesisonisti che, da dietro il bancone ogni giorno si prodigano per servire al meglio i clienti».
La ricerca
D’altra parte al Soriano la ricerca della qualità sembra quasi divenata una piacevole ossessione: dalle paste del mattino - una vasta scelta - fatta solo con il burro migliore agli aperitivi che vengono accompagnati da stuzzicheria in pasta sfoglia salata - tra i pochi a San Benedetto a dare questo servizio - e ancora i dolci che dalle torte di compleanno ai mignon ai panettoni e le colombe ma anche i biscotti secchi offrono davvero una vasta scelta e al primo morso fanno capire “di che pasta sono fatti”. Ma ancora al Soriano c’è una cura maniacale per i piatti di pesce: dal brodetto del venerdì sera che ha introdotto una novità assoluta - la possibilità di non dover prenotare il piatto della tradizione ma trovarlo ogni settimana - al menù che viene cambiato ogni 15 giorni.
La stagionalità
«Seguiamo i ritmi delle stagioni, sia per quanto riguarda il pesce sia per le verdure che andiamo a comprare direttamente dai contadini: questo abbatte i costi e dà sempre prodotti freschi e a miglio zero» spiega ancora Erminio.