Shiva, il secondo arresto del trapper per una rissa: fu lui a sferrare la coltellata a San Benedetto

Già in carcere con l'accusa di tentato omicidio a Milano e daspato dal questore di Ascoli

Shiva, verono nome Andrea Arrigoni
Shiva, verono nome Andrea Arrigoni
di Stefania Serino
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Martedì 31 Ottobre 2023, 01:25 - Ultimo aggiornamento: 16:34

SAN BENEDETTO  - Dopo l’arresto disposto dalla magistratura milanese, altri guai giudiziari per Shiva. Il trapper, al secolo Andrea Arrigoni, 24 anni, già in carcere con le accuse di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria dell’11 luglio scorso nel capoluogo lombardo, è destinatario di una nuova ordinanza di custodia cautelare, emessa questa volta dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ascoli. 

 
L’ordinanza


Ad eseguirla sono stati ieri mattina gli agenti del commissariato di polizia di San Benedetto e le squadre mobili di Ascoli Piceno, Milano e Brescia.

Agli arresti domiciliari quattro persone, ritenute tutte responsabili di aver partecipato alla rissa avvenuta a San Benedetto del Tronto il 30 agosto scorso nel corso della quale è stato utilizzato un coltello. Per quell’episodio tre giovani sambenedettesi sono finiti al pronto soccorso con lesioni guaribili tra i 10 e i 35 giorni. Shiva era stato anche colpito da un Daspo urbano per tre anni, a firma del questore di Ascoli Piceno. Ma le ulteriori investigazioni hanno fatto emergere nuovi elementi a suo carico.

Secondo la Procura ascolana sarebbe stato proprio il trapper 24enne, in Riviera per un concerto, a utilizzare il coltello con cui avrebbe più volte colpito un soggetto estraneo alla rissa, amico di altri due che avevano preso parte allo scontro avvenuto nella zona tra piazza Garibaldi e via Montebello, in pieno centro a San Benedetto. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, pare che quella sera tra i due gruppi fossero già volati insulti per le vie del centro rivierasco. Rientrati a casa Shiva e compagni li avrebbero visti passare e sarebbero riscesi in strada dove poi sarebbe avvenuta l’aggressione. Le indagine, dirette dal procuratore capo, Umberto Monti, sono state accuratamente e rapidamente sviluppate dal commissariato di polizia di San Benedetto. 


Le immagini


Gli investigatori hanno esaminato in particolare le immagini di videosorveglianza subito acquisite e ascoltato numerosi testimoni, oltre ad aver acquisito atti, prelevato documenti ed eseguito controlli per individuare la presenza e gli spostamenti delle cinque persone provenienti dalla Lombardia e poi arrestate. Sul piano medico legale si svolgevano a cura del reparto di medicina legale dell’azienda sanitaria territoriale di Ascoli tutti i necessari approfondimenti delegati dalla magistratura. 



Gli inquirenti hanno raccolto elementi significativi per ricostruite la dinamica dei fatti e i ruoli di ciascuna persona coinvolta. Dalle indagini è emerso un grave quadro indiziario a carico dei responsabili della rissa e in particolare di coloro che in predominanza numerica, si resero protagonisti dell’aggressione utilizzando un coltello e oggetti atti a offendere. Sulla base di tutti gli elementi raccolti, è stata richiesta dalla Procura, l’emissione dei provvedimenti di custodia cautelare ritenendo sussistente il pericolo di reiterazione di analoghi reati. E la richiesta è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari.

Nei prossimi giorni le persone arrestate verranno interrogate dal giudice e potranno fornire la loro versione dei fatti e indicare elementi a loro discolpa. Purtroppo la rissa di fine agosto di San Benedetto è stata delle tante che hanno funestato la stagione estiva acuendo il problema, divenuto cronico negli anni, della movida violenta sulla costa.

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