La petizione
Si tratta di un fermo sperimentale, già applicato da due anni, che riguarda il pesce azzurro. Il secondo dell’anno, visto che ad aprile le imbarcazioni si sono già fermate per le alici mentre a novembre lo stop sarà destinato alla riproduzione delle sardine. C’è stata anche una petizione da parte dei marittimi proprio per interrompere tale blocco della pesca ma senza risultati. «Le nostre barche specializzate in pesce azzurro - spiega Marinangeli - hanno firmato perché non vogliono fermarsi. Si tratta di stop imposti in maniera sperimentale dall’Europa. Spero che in futuro ci si ravveda. Non si può bloccare un settore per due mesi all’anno. E’ inconcepibile». La soluzione proposta è quella di concentrare tutto lo stop nel mese di agosto, sia per lo strascico che per il pesce azzurro così da attutire i danni e le conseguenze che si riversano su un intero indotto, comprendente commercianti all’ingrosso e pescherie per non parlare della ristorazione, che per ben tre volte all’anno deve fare i conti con il pesce che non arriva.
Le telecamere
Altro aspetto dolente è l’imposizione, sempre le normative europee, delle telecamere a bordo, al riguardo Marinangeli tuona: «Si tratta di strumenti che solitamente vengono impiegati come deterrente verso chi commette illeciti ma i pescatori non sono criminali. Sulle imbarcazioni insistono mille regolamenti, la rintracciabilità, già i long book ovvero i giornali di bordo. Già chiedono di rispettare regole e vincoli ora l’impiego delle telecamere mi sembra davvero troppo si intacca anche la privacy dei lavoratori».