ASCOLI Il procuratore capo Monti è tornato a parlare della sentenza d’assoluzione in Appello di Leopoldo Wick l’infermiere della Rsa di Offida condannato in primo grado all’ergastolo per sette morti sospette. «Sono convinto che nelle carte del processo ci siano elementi più che sufficienti per dimostrare la colpevolezza dell'imputato, i cui diritti sono stati rispettati in ogni fase dell'inchiesta sui decessi avvenuti nella Rsa di Offida» afferma Monti dopo che la Corte d’appello d’assise ha assolto Wick «perchè il fatto non sussiste» .
Così il procuratore capo di Ascoli Piceno Umberto Monti, commenta la sentenza del processo d'appello che il 6 dicembre scorso ha assolto “perché il fatto non sussiste” Leopoldo Wick, l'infermiere 60enne che la Procura accusa di essere responsabile di una serie di omicidi volontari e di tentati omicidi, per aver somministrato indebitamente farmaci ad anziani. «La sentenza assolutoria perché il fatto non sussiste mi ha molto sorpreso» prosegue Monti, facendo presagire il probabile ricorso in Cassazione della Procura generale «tenuto conto che i motivi d'appello riproducevano gli argomenti utilizzati nella discussione del processo di primo grado, tutti puntualmente confutati nella sentenza di condanna».
Tra le ipotesi dell’assoluzione l’ inutilizzabilità dei reperti e lesioni del diritto di difesa. «Sono gli stessi motivi che erano stati sollevati in primo grado, soltanto e per la prima volta in sede di discussione.