Ossini e i grandi ex dell'Ascoli: «Dobbiamo ripartire dai tifosi, sono loro l’unico vero patrimonio»

Ossini e i grandi ex dell'Ascoli: «Dobbiamo ripartire dai tifosi, sono loro l’unico vero patrimonio»
Ossini e i grandi ex dell'Ascoli: «Dobbiamo ripartire dai tifosi, sono loro l’unico vero patrimonio»
di Marco Vannozzi
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Domenica 12 Maggio 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 08:18

ASCOLI Il day after fa ancora più male. Non basta una notte a cancellare l'amarezza. L'Ascoli Calcio si ritrova in serie C. Ma non tutto è perduto. Ripartire dai tifosi bianconeri, vero e unico patrimonio: la via da seguire è indicata da tante voci celebri. Tra queste c'è Massimiliano Ossini, oggi tra i più noti sostenitori del Picchio.

«Fino all'ultimo ho sperato in un miracolo. È un immenso dispiacere – spiega il conduttore televisivo - da quando mi sono innamorato di Ascoli e dell'Ascoli Calcio ho sempre creduto che la città e i tifosi meritassero una categoria superiore.

Mi auguro che la serie C sia una parentesi di un solo anno. Come mi ha insegnato la montagna, dalle cadute e difficoltà dobbiamo esser bravi a risalire, essere forti, più uniti e compatti. È questo l'auspicio».

Gli ex

Alle parole di Ossini fanno eco quelle di uno dei simboli dell'Ascoli, Davide Tentoni, protagonista di tante battaglie con la fascia di capitano al braccio. «Provo amarezza e delusione – racconta - sto vivendo questo momento come il popolo ascolano. Sono innamorato dei colori bianconeri. E come tutti gli innamorati provo grande dolore. Conosco bene la passione dei tifosi del Picchio. È necessario ripartire da loro, da un così grande patrimonio. Chiunque avrà l'onore di guidare l'Ascoli in futuro dovrà tenere in considerazione i tifosi, il loro valore e metterli al primo posto. Con serietà è possibile risalire subito. Ricordo gli oltre ventimila spettatori quando tornammo in B nella gara contro la Lodigiani: bisogna ripartire dal loro amore per il Picchio».

Identica visione quella di un altro storico e indimenticato capitano bianconero, Gaetano Fontana. «Sono davvero dispiaciuto. Non posso pensare che l'Ascoli debba tornare in un campionato tremendo che conosco bene – afferma l’attuale tecnico del Latina - lo sto vivendo quotidianamente e so quanto sia difficile vincere e risalire. Venerdì non sono andato volutamente allo stadio. Sarebbe stato un colpo difficile da assorbire più di quanto non sia stato. Abito vicino al Del Duca, vedere i tifosi tornare a casa in silenzio mi ha fatto male. Ripenso a quanto fatto per riportare la squadra in Serie B con sacrificio e sudore. Ascoli non merita questa retrocessione. C'è un sentimento forte, distrutto da una non programmazione. Lo dicono i risultati. Mi auguro ci siano la forza e la volontà di risalire, non so se da questa società o da chi dovesse arrivare. Senza programmazione non si va da nessuna parte, si deve però ripartire. Non ho dubbi, la gente di Ascoli è forte. Non ha paura di combattere e saprà riportare questa città e questa squadra dove meritano».

E guarda avanti uno degli emblemi della storia del Picchio, Enrico Nicolini. «Fa male al cuore. Anche se da lontano oggi provo una grossa tristezza – dichiara - Ascoli non merita la Serie C. È stata una delusione, pensavo sarebbe stata una stagione più tranquilla, invece nel corso dell'anno ci sono stati alcuni brutti segnali. L'auspicio ora è un cambio di proprietà che possa rinsaldare il rapporto con la tifoseria. I tifosi sono il tesoro dell'Ascoli. Domani? Sono sicuro che anche stavolta l'Ascoli risorgerà. E magari tra undici mesi saremo qui a festeggiare una promozione».

Walter Junior

E sui social arrivano anche le parole di un mito dell'Ascoli, Walter Casagrande: «È stata una giornata triste per tutti gli innamorati dell'Ascoli Calcio, ma non è il momento di abbassare la testa. Siamo retrocessi in C ma ora dobbiamo lavorare sodo per tornare già la prossima stagione in Serie B. Costantino Rozzi lo direbbe e io seguo il suo discorso».

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