Ascoli, messe in latino a San Cristoforo. Via libera del vescovo Palmieri dopo le centinaia di richieste dei fedeli

Ascoli, messe in latino a San Cristoforo. Via libera del vescovo Palmieri dopo le centinaia di richieste dei fedeli
Ascoli, messe in latino a San Cristoforo. Via libera del vescovo Palmieri dopo le centinaia di richieste dei fedeli
di Filippo Ferretti
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 07:14

ASCOLI Riproposta nella diocesi di Ascoli la celebrazione della messa in latino. Si tratta della riappropriazione della liturgia del rito romano, che a partire dal IV secolo si era diffusa in Europa e prima ancora in Africa, solo ed esclusivamente in lingua latina. Il ritorno a quella che per secoli è stata la lingua del colloquio con il Signore è stato avallato dal vescovo Giampiero Palmieri, dopo che poco tempo fa, c’era già stato un precedente al convento di Sant’Onofrio, su richiesta di alcune centinaia di fedeli. 

Le celebrazioni

Ora, in città, nella pluralità diocesana dei carismi religiosi, la messa in latino viene celebrata nella chiesa di San Cristoforo della Confraternita Orazione e Morte. Le celebrazioni mensili attualmente sono due, in perfetta linea con il Motu Proprio di Papa Francesco Traditionis custodes e hanno ricevuto l’approvazione di monsignor Palmieri. Questa scelta sta riscuotendo molti consensi dai fedeli, non solo locali, in quanto ogni volta sono in molti a voler prendere parte a questo rito eucaristico nel tempo andato perduto, visto che il codice di diritto canonico che regola l’attività liturgica e legislativa di tutta la chiesa cattolica occidentale e quindi di rito latino emanato nel 1983 decreta che «la celebrazione eucaristica possa essere compiuta in lingua latina o in altra lingua, purché i testi liturgici siano stati legittimamente approvati».

In città la messa è celebrata da un sacerdote dell’Istituto del Buon Pastore: una società di vita apostolica di diritto pontificio specializzato nella celebrazione Vetus Ordo, il quale, con l'approvazione del vescovo, funge anche da regolatore del gruppo che organizza la messa: il Coetus Fidelium Beato Marco da Montegallo che vede come presidente l’architetto Giuseppe Baiocchi.

La passione

«Come è nata la passione per la messa in latino? Si tratta di godere, con il permesso della giusta autorità, di quei tesori imperituri dei testi liturgici antichi, del bello e dell’arte che hanno caratterizzato la cultura cristiana» affermato Baiocchi. Baiocchi ringrazia Palmieri, che ha accordato il proseguo delle celebrazioni al gruppo; don Giorgio Lenzi,che tra mille difficoltà prosegue la sua opera mensile; il priore Giancarlo Tosti che da sempre mette a disposizione la chiesa di San Cristoforo per le celebrazioni e, infine, il cantore Massimo Malavolta per il supporto canoro e organistico, elemento importante nella liturgia antica. La prossima messa prevista, nell’ambito di quelle fissate mensilmente nella terza e quarta domenica, è per il 28 gennaio, alle 11, 30 nella chiesa di San Cristoforo, tra le più antiche della città, riconosciuta prima nel 1560 e ampliata un secolo dopo, sede storica di tre altari barocchi ad opera di Giuseppe Giosafatti.

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