Screening agli studenti e tamponi ai privati. La presidente del Soroptimist: «C’è stato un equivoco ma l’iniziativa è valida»

I tamponi agli studenti, concessi al Soroptimist e negati al Comune di Pesaro, hanno suscitato una bufera
I tamponi agli studenti, concessi al Soroptimist e negati al Comune di Pesaro, hanno suscitato una bufera
di Mario Paci
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Lunedì 25 Gennaio 2021, 03:25

ASCOLI - L’inferno è lastricato di buone intenzioni. Quella che doveva essere una lodevole iniziativa, ovvero lo screening promosso dal Soroptimist negli istituti superiori piceni con i tamponi donati all’Area vasta 5 dalla Fondazione Carisap, degenera in uno scottante caso politico. «Perchè ad Ascoli i tamponi agli studenti si possono fare e a Pesaro no?» si è domandato il sindaco Matteo Ricci dopo che l’assessore regionale alla sanità Saltamartini glielo aveva negato (seppure con l’acquisto dei tamponi).

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Saltamartini però era all’oscuro dell’iniziativa ascolana e immediatamente l’ha bloccata disponendo un’ispezione all’Area vasta per fare chiarezza. Dal Mazzoni bocche cucite. A chiarire la vicenda è la presidente del Soroptimist, Piera Seghetti, avvocato e consigliere comunale di una lista civica a sostegno del centrodestra. 


La donazione
«Ma la politica in questa storia non c’entra nulla - ribadisce l’avvocato - Anzi, non ho voluto coinvolgere i sindaci Fioravanti e Piunti proprio per questo. Il Soroptimist ha già donato ventimila mascherine all’Area vasta ed era pronta ad acquistare 1.200 tamponi per avviare lo screening nelle scuole».

Ma chi ha autorizzato lo screening? «Purtroppo c’è stato un equivoco nelle comunicazioni con l’Area vasta ma l’iniziativa per me resta validissima» rimarca. Perchè il Soroptimit International club di Ascoli ha promosso la campagna di screening nelle scuole?

«Il nostro progetto “Sicurezza nelle Scuole” - ha avuto modo di specificare la presidente Piera Seghetti - si propone di effettuare uno screening Covid-19 e ha come finalità di offrire un contributo fattivo alla ripresa della scuola in sicurezza, perché la didattica a distanza penalizza molti studenti soprattutto quelli che non possiedono un tablet, un computer o non hanno a disposizione una linea internet. Abbiamo deciso di scegliere i licei Orsini e Licini di Ascoli e Rosetti di San Benedetto, dove effettuare la somministrazione di tamponi rapidi a tutti gli studenti, al personale docente ed al personale Ata. Test da ripetere ogni 8-10 giorni per almeno 3 o 4 volte. Così facendo sarebbe stato possibile monitorare il percorso di ogni studente e risultare più semplice isolare in tempi rapidi i casi positivi ed avere una effettiva prevenzione, in modo da assicurare a tutti, un ritorno a scuola in sicurezza».

Lo screening doveva essere effettuato dai volontari medici dell’associazione che avrebbero provveduto alla certificazione dei referti: Laura Pallotta odontoiatra; Valeria Maria Speca, pediatra; Tiziana Principi, primario del reparto Anestesia e rianimazione e direttore del Dipartimento Emergenza; Simona Palestini odontoiatra e dalla coordinatrice del progetto Maria Antonietta Lupi già primario del dipartimento regionale di medicina trasfusionale.

«Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’intervento di Cesare Milani, direttore dell’Av5 per i test rapidi e dall’indispensabile supporto della Croce rossa in particolar modo dai sanitari volontari che la Cristiana Biancucci, presidente della Cri e Cristian Melatini, presidente della Cri comitato di San Benedetto».

Le date
Gli istituti coinvolti nello screening erano il liceo Orsini-Licini di Ascoli (tamponi giovedì prossimo) e il liceo scientifico Rosetti di San Benedetto del Tronto (mercoledì. Il progetto, secondo le lodevoli intenzioni, avrebbe poi coinvolto gli altri istituti scolastici. Sulla vicenda intende fare luce però anche il Partito democratico che ha annunciato sulla vicenda un’interrogazione consiliare.

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