Ascoli, materiali per fotocopiatrici
appalti e forniture sotto osservazione

Militari della Finanza
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Martedì 27 Settembre 2016, 12:39
ASCOLI - Maxi operazione del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Ascoli Piceno sulle frodi carosello.
Il meccanismo della frode è stato portato alla luce dai finanzieri della Compagnia di Ascoli Piceno che hanno individuato una massa impositiva sottratta all’Erario pari a 396 milioni di euro di ricavi, 109 milioni di euro ai fini dell’I.R.A.P. (Imposta Regionale sulle Attività Produttive), 8,5 milioni di euro di costi indebitamente detratti, 1,5 milioni di euro di ritenute non operate e/o non versate, in aggiunta alle correlate violazioni all’I.V.A. per 147 milioni di euro. Le società coinvolte sono ben 78, di cui 2 qualificate quali “cartiere” ed altre 76 attive nei settori del commercio di prodotti di consumo informatici, dislocate in mezza Italia: Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Grazie al collaudato sistema della c.d. “frode carosello”, che ha visto le società tutte “co-protagoniste”, attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, era stata tra l’altro fraudolentemente costituita una indebita provvista di crediti I.V.A. per 70 milioni di euro. La pericolosità del fenomeno, oltre all’immediato danno arrecato all’erario, riguarda anche la sleale concorrenza da parte delle imprese coinvolte nei confronti degli imprenditori onesti: praticare un prezzo più basso grazie alla frode consente infatti di attrarre maggiori clienti, come anche di ottenere risultati vantaggiosi a discapito delle imprese sane nell’aggiudicazione di appalti per forniture per la Pubblica Amministrazione. La Guardia di Finanza di Ascoli Piceno, attraverso le indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della  epubblica di Ascoli Piceno, ha denunciato 87 persone tra cui due ad Ascoli. L'ndagine è partita dal territorio piceno, su una partita di cartucce e toner che, oltre ad essere posta in vendita a prezzi concorrenziali, evidenziava differenze nei contenitori di plastica degli inchiostri, presto riconosciuti come contraffatti. Dall’esecuzione di due verifiche fiscali nei confronti di altrettante imprese locali, con meticolosi approfondimenti documentali e indagini finanziarie ed economico/patrimoniali, si è risaliti dapprima alle società che risultavano aver solo cartolarmente rifornito alle imprese ascolane le cartucce e i toner di una nota marca e, in una seconda fase, alle società di tutta la filiera dedita alla commercializzazione, nell’intero territorio nazionale, delle cartucce e dei toner contraffatti.
 
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