La chiesa di Porta Romana riaperta dopo quasi 8 anni. L’arcivescovo Palmieri riconsacra l’altare: «Che gioia»

La chiesa di Porta Romana riaperta dopo quasi 8 anni. L’arcivescovo Palmieri riconsacra l’altare: «Che gioia»
La chiesa di Porta Romana riaperta dopo quasi 8 anni. ​L’arcivescovo Palmieri riconsacra l’altare: «Che gioia»
di Roberto Cestarelli
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Lunedì 18 Marzo 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 13:41

ASCOLI Ieri mattina, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, ha riconsacrato l’altare, realizzato dall’allora parroco don Piero Coccia, della chiesa del Santissimo Crocifisso, rimasta chiusa per quasi otto anni a causa del terremoto. Questa è ubicata in piazza Cecco d'Ascoli, a Porta Romana, nella zona ovest del centro storico della città, tra il Teatro romano e le mura medievali, da sempre considerata tra le più importanti, dopo la Cattedrale, anche per via della presenza dello splendido crocifisso ritenuto miracoloso.

La riconsacrazione

Il rito della riconsacrazione dell’altare è risultato maestoso e affascinante, ricco di simboli e significati ed è iniziato con l’aspersione dell’acqua santa, fatta all’altare e alla comunità, poi il canto delle litanie dei Santi e proseguito con le preghiere di dedicazione, perché Dio «avvolgesse di santità» l’altare ed il tempio.

Dopo la riconsacrazione dell’altare, che è stato unto con il Sacro Crisma, l’alto prelato ha incensato l’altare; il profumo del Crisma e dell’incenso ha impregnato tutta la chiesa. Poi, pulito l'altare e rivestito dei suoi ornamenti, si è celebrata la messa solenne sul cui altare, a distanza di anni, è stato spezzato il pane. Un senso di gioia e di festa ha contagiato tutti i presenti, che hanno calorosamente applaudito l’avvenuta riconsacrazione, «la cosa più bella che ho visto in vita mia», ha commentato uno dei fedeli. Il rito religioso, presieduto dall’arcivescovo Palmieri, concelebranti don Alvaro Campanelli e don Nunzio Lucidi, è proseguito come di consueto, in un grande raccoglimento. Nell’omelia, monsignor Palmieri, sottolineando la sua gioia ha evidenziato che sull’altare, che è il centro della chiesa, viene reso presente il sacrificio della croce sotto i segni sacramentali e che è anche la mensa del Signore, alla quale è invitato il popolo di Dio.

I danni

I danni subìti dall’edificio, causa il terremoto, vennero localizzati al di sotto della cupola, oltre che sugli archi trionfali e sui setti trasversali. Grande, anche l’impegno profuso dal parroco don Alvaro Campanelli e dal vice don Nunzio Lucidi, che si sono adoperati per la realizzazione di una splendida illuminazione e della lucidatura del pavimento, al fine di presentare la chiesa non solo riparata e restaurata ma, rinnovata nell’immagine, nei colori ed in tutte le sue peculiarità. Così, dopo tanti anni dalla sua chiusura, la chiesa è tornata a risplendere, uno dei principali luoghi di culto della città di Ascoli, scrigno di fede e storia, punto di riferimento spirituale per tutta la comunità picena.

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