ASCOLI Ieri mattina, l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, ha riconsacrato l’altare, realizzato dall’allora parroco don Piero Coccia, della chiesa del Santissimo Crocifisso, rimasta chiusa per quasi otto anni a causa del terremoto. Questa è ubicata in piazza Cecco d'Ascoli, a Porta Romana, nella zona ovest del centro storico della città, tra il Teatro romano e le mura medievali, da sempre considerata tra le più importanti, dopo la Cattedrale, anche per via della presenza dello splendido crocifisso ritenuto miracoloso.
La riconsacrazione
Il rito della riconsacrazione dell’altare è risultato maestoso e affascinante, ricco di simboli e significati ed è iniziato con l’aspersione dell’acqua santa, fatta all’altare e alla comunità, poi il canto delle litanie dei Santi e proseguito con le preghiere di dedicazione, perché Dio «avvolgesse di santità» l’altare ed il tempio.
I danni
I danni subìti dall’edificio, causa il terremoto, vennero localizzati al di sotto della cupola, oltre che sugli archi trionfali e sui setti trasversali. Grande, anche l’impegno profuso dal parroco don Alvaro Campanelli e dal vice don Nunzio Lucidi, che si sono adoperati per la realizzazione di una splendida illuminazione e della lucidatura del pavimento, al fine di presentare la chiesa non solo riparata e restaurata ma, rinnovata nell’immagine, nei colori ed in tutte le sue peculiarità. Così, dopo tanti anni dalla sua chiusura, la chiesa è tornata a risplendere, uno dei principali luoghi di culto della città di Ascoli, scrigno di fede e storia, punto di riferimento spirituale per tutta la comunità picena.