ASCOLI - È ormai un polo di riferimento a livello mondiale per prodotti innovativi di alta qualità ma, al tempo stesso, rappresenta per il territorio ascolano un fiore all’occhiello e una realtà che continua ad investire nel Piceno e ad aprire le porte a giovani locali di talento per valorizzarli.
Fainplast, la creatura del noto imprenditore Battista Faraotti - oggi affiancato al timone della società dai figli Roberta e Daniele - punta nuovamente sulla zona industriale ascolana con l’acquisizione del complesso ex Rein, società appartenuta a Costantino Rozzi, dimostrando grande attaccamento alla città ancora oggi che, festeggiando i 30 anni di vita aziendale, si è trasformata in un colosso a livello internazionale grazie anche a una intelligente diversificazione su prodotti innovativi per settori come il fotovoltaico e il calzaturiero. Arriva, dunque, l’ennesimo investimento immobiliare targato Fainplast, con l’ex Rein che diventerà uno strategico punto di stoccaggio. Investimento che va ad affiancarsi agli altri già effettuati in precedenza e a un altro imminente, di grande importanza, su cui si mantiene ancora stretto riserbo.
Pronti altri investimenti
«Quello per il complesso ex Rein – sottolinea Battista Faraotti – è l’ultimo investimento in ordine di tempo a cui ne seguiranno altri, tra cui uno importante in dirittura di arrivo. Utilizzeremo il complesso come punto ulteriore di stoccaggio, considerando che per un’azienda come la nostra questo aspetto è molto importante per garantire qualità e rispetto delle tempistiche di consegna ai nostri clienti in tutto il mondo, dalla Cina all’Arabia Saudito e ad altri Paesi oltreché in Europa.
Le cifre
I numeri parlano chiaro: il fatturato 2022 di Fainplast ha superato del 25% quello dell’anno precedente, arrivando ad oltre 232 milioni di euro. Ma La formula vincente dell’azienda, oltre alla valorizzazione delle risorse umane, include senza dubbio l’innovazione. «Abbiamo rinnovato – conferma Battista Faraotti – tutti gli impianti aziendali che ora sono supertecnologici e automatizzati, cogliendo le opportunità offerte dalle leggi in materia e investendo circa 30 milioni di euro. In questo modo abbiamo innalzato notevolmente la qualità della nostra produzione diventando, tecnologicamente parlando, i primi in Europa. Nel frattempo, investiremo altri 5 milioni di euro per realizzare entro l’anno un impianto fotovoltaico in grado di coprire il 30% del fabbisogno di energia dello stabilimento, affiancandolo al cogeneratore già presente che coprirà un ulteriore 30% e, per la restante parte, affidandoci al mercato. Vogliamo essere previdenti, considerando che il costo energetico ha per noi un peso molto rilevante».
Prodotti top
Ma è soprattutto l’innovazione dei prodotti che ha portato Fainplast sul tetto del mondo. «Non facciamo solo pvc – sottolinea Faraotti – Produciamo, infatti, anche materiale di alta qualità legato al settore fotovoltaico come cavi “halogen free” che sono fondamentali in grandi ambienti, come ad esempio le stazioni. In questo siamo leader a livello mondiale. Inoltre, produciamo anche un innovativo prodotto per calzature, Eva espanso, per i nostri clienti che lavorano per noti marchi del comparto moda».
Cercansi giovani per lavorare
Battista Faraotti apre le porte della Fainplast ai giovani promettenti e validi per offrire loro una serie prospettiva professionale. «La fuga di cervelli? Noi i talenti del territorio vogliamo tenerli qui e valorizzarli». L'imprenditore fa riferimento, in particolare, a chimici, addetti commerciali con conoscenza di lingue straniere e adeguatamente formati in relazione ai prodotti dell’azienda e ingegneri. E su questo percorso è nata anche una importante collaborazione con UniCam e l’Università Politecnica delle Marche per attivare borse di studio. «Fainplast è cresciuta molto rapidamente – rimarca l’imprenditore – e oggi operiamo in tutto il mondo. Ma vogliamo continuare a farla crescere attraverso i talenti e le intelligenze, preferibilmente locali perché vogliamo trattenere qui le nostre eccellenze. Abbiamo bisogno di nuovi chimici, commerciali e ingegneri anche per continuare a innovare e diversificare. Grazie alla qualità dei nostri prodotti oggi affrontiamo il mercato mondiale a testa alta, ma abbiamo comunque l’esigenza di investire ancora sulle risorse umane. Porte aperte ai cervelli, dunque, considerando che vogliamo valorizzare i giovani talentuosi facendoli anche sentire imprenditori di loro stessi, riconoscendo loro le royalties sui nuovi prodotti a cui hanno lavorato». Su questa stessa linea si muove anche l’iniziativa avviata con le università marchigiane.
«Con gli atenei coinvolti – aggiunge Battista Faraotti – abbiamo voluto istituire delle borse di studio per intercettare i giovani laureati maggiormente meritevoli. E sono proprio le Università a segnalarceli per un loro inserimento in azienda. Ma, oltre a questo percorso, chiunque abbia i requisiti richiesti e ritenga di avere le giuste caratteristiche può farsi avanti. Per noi le risorse umane hanno un grandissimo valore e c’è anche chi ha lasciato un posto fisso per venire con noi. Da questo punto di vista, curiamo moltissimo il welfare aziendale perché i nostri dipendenti e collaboratori sono la nostra ricchezza. Ad esempio, oltre a riconoscimenti specifici, abbiamo anche comprato auto elettriche con le quali possono venire al lavoro in maniera condivisa e risparmiare».