CIVITANOVA - Falsi Green pass, uno dei due poliziotti indagati fa scena muta, il ristoratore Daniele Mecozzi risponde: «Non l’ho fatto per soldi, ma per una questione ideologica». Anche l’imprenditrice e veterinaria Lattanzi in silenzio dal gip.
Prima tranche di interrogatori di garanzia ieri per una parte dei maceratesi destinatari delle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Ancona, Carlo Masini, nell’ambito dell’indagine sui green pass rilasciati a seguito della simulazione dell’inoculazione del vaccino all’hub vaccinale del Paolinelli ad Ancona. Ieri sono stati diversi i maceratesi che hanno raggiunto il commissariato di Civitanova per l’interrogatorio in collegamento col Tribunale dorico. La prima ad arrivare è stata la veterinaria (attualmente sospesa dall’Ordine) e imprenditrice balneare civitanovese Maria Francesca Lattanzi, insieme ai suoi legali Paolo Carnevali e Alberto Pepe. La 51enne, che per gli inquirenti avrebbe svolto un ruolo di intermediazione accompagnando o facendo accompagnare persone ad Ancona per le finte procedure vaccinali, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. All’esito dell’udienza gli avvocati hanno anticipato che impugneranno l’ordinanza dinanzi ai giudici del Tribunale del Riesame ritenendo la misura degli arresti domiciliari estremamente afflittiva, dopo che a gennaio la Lattanzi era stata raggiunta dalla misura cautelare dell’obbligo di dimora.