Senigallia, vive in una villa con piscina ma non versa più gli alimenti (350 euro al mese) all'ex moglie: ingegnere condannato

Senigallia, vive in una villa con piscina ma non versa più gli alimenti (350 euro al mese) all'ex moglie: condannato
Senigallia, vive in una villa con piscina ma non versa più gli alimenti (350 euro al mese) all'ex moglie: condannato
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Domenica 25 Giugno 2023, 02:15 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 07:38

SENIGALLIA - Condannato a 6 mesi di reclusione un ingegnere di 71 anni, residente in città, per violazione degli obblighi di assistenza familiare. L’uomo, infatti, pur conducendo una vita agiata e abitando in una villa con piscina, intestata all’attività, aveva smesso di pagare 350 euro di assegno di mantenimento all’ex moglie, come stabilito da un giudice.

Risultava nullatenente ma l’avvocato della donna, che ha un lavoro part-time per il quale percepisce un modesto stipendio, ha dimostrato in aula il tenore di vita benestante del professionista in pensione, che ancora lavora, che invece avrebbe smesso di pagare gli alimenti non potendoseli più permettere.
L’ex moglie invece con il suo solo stipendio legato ad un lavoro precario stenta ad arrivare alla fine del mese. «Il giudice ha percepito appieno il disagio sociale generato dalla condotta dell’imputato – interviene l’avvocato Domenico Liso, legale dell’ex moglie –, riconoscendo, nel condannarlo, una situazione davvero odiosa dove è stata violata una sentenza emessa da un giudice, che aveva stabilito quanto alla mia assistita spettasse di diritto a seguito della separazione divenuta definitiva con il divorzio. Obblighi violati senza una reale motivazione legata alla sfera economica». 
Il 71enne dovrà quindi versare alla donna quanto stabilito da un altro giudice in fase di divorzio, oltre ad essere stato condannato, in primo grado, a sei mesi di reclusione per l’inadempimento degli obblighi derivanti dalla sentenza emessa nel 2006.

Inizialmente la somma che doveva versare era di 620 euro da corrispondere il 5 di ogni mese, che comprendeva anche una cifra per il figlio allora minorenne, valida finché non si fosse reso autosufficiente una volta maggiorenne. Dall’ottobre del 2017, però, ha smesso di pagare. Alla sentenza, emessa venerdì dal Tribunale di Ancona, il professionista potrà fare ricorso in appello, trattandosi ancora del primo grado di giudizio. 

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