Senigallia, pestato in discoteca dal branco: fuggono in tre, uno viene preso

Senigallia, pestato in discoteca dal branco: fuggono in tre, uno viene preso
Senigallia, pestato in discoteca dal branco: fuggono in tre, uno viene preso
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 15:08

SENIGALLIA Il pestaggio, stando a quanto ricostruito, era scattato per un presunto scambio di persona. «Ehi, tu e il tuo amico marocchino» gli avevano detto. Poi erano scattate le botte: calci e pugni contro un 25enne romano, arrivato al Mamamia di Senigallia per trascorrere la notte di Ferragosto del 2019 con i suoi amici marchigiani. Lo avevano colpito senza pietà anche quando era a terra. Quattro contro uno. All’arrivo dei buttafuori, tre aggressori si erano dati alla fuga. Uno no: era stato identificato e denunciato. 


L’accusa

Ieri, il 26enne anconetano, è stato condannato dal giudice Carlo Cimini a dieci mesi di reclusione, pena sospesa, per il reato di lesioni aggravate dall’aver commesso il fatto con più persone, allo stato rimaste ignote.

Il ragazzo romano si era costituito parte civile con l’avvocato Filippo Caporalini: il giudice ha disposto una provvisionale di 7mila euro in attesa che la sezione civile stabilisca l’entità del risarcimento vero e proprio. L’istruttoria si è chiusa con l’audizione di due testimoni: un buttafuori presente quella notte in discoteca e un amico della vittima. «Era pieno di ematomi in faccia - ha raccontato in aula - e gli faceva malissimo il ginocchio. Mi ricordo addirittura di averlo portato in spalla perché non riusciva a camminare bene». La prognosi iniziale era stata di dieci giorni, poi aumentata per via della lesione al ginocchio. Il 25enne si era infatti dovuto operare e sottoporsi a una lunga riabilitazione. «Lo prendevano a calci anche quando ormai a terra» ha ribadito il testimone. Il pestaggio era stato fermato dall’arrivo dei buttafuori del locale: vista la confusione e le urla si erano mossi immediatamente. Tre ragazzi erano scappati, mentre il 26enne era stato fermato, identificato e poi denunciato a piede libero. Stando a quanto ricostruito nel corso del processo, l’agguato al romano era avvenuto per uno scambio di persona. Uno degli aggressori, infatti, aveva fatto riferimento a un amico marocchino del 25enne. Ma il giovane era arrivato a Senigallia solo pochi giorni prima per le vacanze. Non aveva mai visto prima l’imputato prima dell’episodio del Mamamia. 

La difesa

Fatto sta, che in quattro si erano accaniti contro di lui e lo avevano aggredito fino all’arrivo dei buttafuori. Il 25enne era poi finito all’ospedale. L’imputato è stato difeso dall’avvocato Roberto Zucchi: non si sarebbe trattato di un pestaggio ma di una zuffa che aveva coinvolto più persone. 

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