OSIMO - Quello di oggi pomeriggio a Confindustria (ore 14,30) potrebbe essere l’incontro risolutivo e conclusivo sulla vertenza Enedo che aveva agitato Osimo nelle ultime settimane. Su 85 dipendenti presenti nell’unica sede italiana della multinazionale svedese, che si trova in via Ancona a San Biagio, erano stati annunciati 35 licenziamenti nel primo incontro con le organizzazioni sindacali il 14 ottobre. Da qui il presidio di protesta davanti allo stabilimento osimano con sciopero indetto il 20 ottobre e quindi l’avvio del tavolo sindacale in Confindustria.
Il general manager Riccardo Buffa, inviato appena due mesi fa dalla proprietà svedese per ristrutturazione l’azienda in Italia, ha aperto a una riduzione degli esuberi, gradualmente sempre di più. Passando prima da 35 a 25, poi a 21 e scorsa settimana a 20 ma con altre 3 maestranze in ballo, fino a scendere dunque a 17. A questi poi si aggiungerebbero altri 4 dipendenti che sarebbero ricollocati. «Le distanze si sono accorciate con l’azienda, siamo vicini all’obiettivo. Avremmo 13 non più esuberi ma eccedenze. Ora però aspettiamo la risposta svedese, speriamo di avere il loro ok sulla cassa integrazione, così da ritirare subito la procedura di licenziamento che si concluderebbe il 28 dicembre, e avviare semmai gli ammortizzatori per i 13, con incentivo all’uscita volontaria durante l’anno di cassa». Così le rappresentante sindacali hanno commentato la situazione attuale, alla vigilia dell’incontro di oggi che, con il via libera della proprietà svedese a Buffa, potrebbe partorire l’agognata fumata
A seguirle fin dall’inizio sono stati Sara Galassi di Fiom-Cgil, Luigi Imperiale di Fim-Cisl e Boris Basti di Uilm-Uil, che sarebbero vicini all’obiettivo prefissato inizialmente, quando la scure era addirittura sul 40% dei lavoratori, il che faceva temere sulla permanenza in Italia di Enedo. «Manca solo l’ultimo step da definire nel prossimo incontro.
La Enedo di San Biagio è l’erede dell’allora Roal di Cerretano che aveva delocalizzato la produzione in Tunisia. Così a Castelfidardo, e dal 2017 nella nuova sede osimana diventata Enedo e passata in primavera da imprenditori finlandesi a un gruppo svedese, è rimasta solo la progettazione, i settori sviluppo e ricerca, stoccaggio e collaudo. Si occupa di trasformatori e impianti di illuminazione per grandi eventi, settore andato in grave crisi con i lockdown imposti per la pandemia. Stando ai sindacati però l’utilizzo di cassa integrazione e la salvaguardia di quanti più posti di lavoro possibile, in una azienda con un portafoglio ordini potenziale da 42milioni nel 2022, darebbero ampie garanzie sulla permanenza a lungo dell’azienda a Osimo.