OSIMO Minacciata di morte dal fratello minore, picchiata dal padre. Sono le basi accusatorie che ieri sono state al centro del processo che vede imputati padre e figlio. Il primo, 48enne, deve rispondere di lesioni personali. Il secondo, 22enne, di minacce aggravate e violazione di domicilio. Parte civile contro i due imputati è una ragazza di 25 anni, figlia di uno e sorella maggiore dell’altro.
Il racconto
È stata proprio lei, davanti al giudice Carlo Cimini, a raccontare i due episodi di violenza subiti nel corso del 2022, a Osimo.
Il coltello
Dopodiché, c’erano state le minacce con un coltello da cucina: «Ti uccido» le avrebbe detto. Lei era riuscita a scappare, a nascondersi in giardino e a chiamare i carabinieri. Nei mesi precedenti, stando a quanto emerso, il fratello l’aveva più volte minacciata: «Mi diceva che mi meritavo ogni male del mondo, che mi avrebbe uccisa, che mi avrebbe fatta a pezzi con la motosega» ha riferito la ragazza in aula, tra le lacrime, ricordando le frasi minatorie ricevute un anno prima dell’episodio di novembre 2022. Proprio con la motosega accesa, stando all’accusa, il 22enne aveva sfondato una volta la porta di casa per minacciare la sorella.
L’altro episodio su cui si dovrà esprimere il giudice fa riferimento al 13 agosto 2022, quando sarebbe esploso nell’auto un litigio tra padre e figlia per la gestione di una casa familiare. Qui le versioni sono completamente differenti. La ragazza: «Appena sono salita lui mi ha chiuso le portiere. Sono stata picchiata, strattonata e tirata per i capelli. I miei occhiali si sono rotti».
Era riuscita a fuggire. «Mio padre - ha continuato - ha cercato di fermarmi e mi ha bloccato contro la portiera. Sentendo le urla, mia nonna è uscita di casa e lui le ha preso una stampella per colpirmi, alle gambe e su tutto il corpo. Sono caduta a terra». Erano arrivati i carabinieri e la ragazza era finita al pronto soccorso: sette giorni di prognosi per contusioni varie e un trauma cranico non commotivo.
L’altra versione
Il papà, difeso dall’avvocato Edoardo Massari, ha detto ieri di non aver aggredito la figlia. Anzi, sarebbe stata lei a picchiarlo e graffiarlo in volto. «Mi voleva conficcare un ferro in faccia. Le ho prese e basta. Quando è scesa dall’auto ha dato una spinta a mia madre, che è caduta. Le ho dovuto prendere la stampella, che non ho certo usato per colpire mia figlia». La 25enne è parte civile con l’avvocato Laura Catena, il fratello è difeso dal legale Paolo Pauri. Il 9 gennaio la prossima udienza.