OSIMO - Nuovo incontro stamattina in Confindustria per la vertenza Enedo, l’azienda di San Biagio che ha annunciato una riduzione del 40% dei lavoratori per fine anno. La settimana scorsa il general manager Riccardo Buffa, voluto dai nuovi proprietari svedesi al posto dell’amministratore delegato, ha aperto alla riduzione degli esuberi: passerebbero da 35 a 25, più altri 4 in ballo.
Ma ai rappresentanti di Fiom, Fim e Uilm non basta: «È un piccolo passo avanti ma non siamo soddisfatti. Ci hanno presentato una riduzione dei tagli, ma serve uno sforzo ulteriore, perché eliminare certe competenze e professionalità significa chiudere il sito di Osimo».
Le organizzazioni sindacali ammettono che la Enedo ha «lasciato spazi aperti sugli esuberi ma siamo lontani da un accordo. Stiamo portando avanti la trattativa con la tagliola dei 70 giorni, che scadono il 28 dicembre con le lettere di licenziamento». I sindacati oggi invocheranno il ritiro di questa procedura e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
I sindacati evidenziano che per l’anno prossimo non ci sarebbero problemi di ordini: «Ci sono commesse che - dicono - con i tagli di personale si rischiano di perdere. Serve la cassa integrazione per far respirare l’azienda e l’anno prossimo pensare a una espansione, ci sono le potenzialità». Eliminare certe figure come prevedeva Enedo licenziando 35 dipendenti su 85, significa «metterne in discussione la permanenza a Osimo». Continua lo stato di agitazione. Sulla vicenda interviene Rocco Palombella, Segretario generale Uilm: «Assurdo e inaccettabile. L’ennesima delocalizzazione in un Paese dove il lavoro costa meno, la multinazionale non tiene conto delle professionalità e qualità del lavoro in Italia. Chiediamo un intervento di tutte le istituzioni».