Osimo, stop alla banda dei bacomat
Arrestati i responsabili di venti colpi

Osimo, stop alla banda dei bacomat Arrestati i responsabili di venti colpi
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Giovedì 29 Settembre 2016, 15:33
OSIMO - I carabinieri della Compagnia di Osimo hanno sgominato una banda di criminali pugliesi che dall'inizio dell'anno aveva messo a segno una serie di assalti a bancomat di filiali bancarie, uffici postali, casse continue di distributori di carburanti e gioiellerie nelle Marche, Puglia ed Emilia Romagna. Si tratta di quattro pluripregiudicati brindisini. Le indagini sono partite dopo il furto di un bancomat a Polverigi (Ancona) con la tecnica dell'esplosione di gas acetilene il 2 gennaio 2016, seguito ad un colpo a Padiglione di Osimo, dove l'apparato Atm è stato asportato lo scorso aprile.

L'operazione «Cashpoint» ha portato ad individuare i modus operandi del gruppo criminale: 'sradicamentò del bancomat con l'uso di un escavatore rubato oppure esplosione con una miscela di ossigeno e acetilene, utilizzo di un'altra vettura rubata come ostacolo per sbarrare la strada ai carabinieri ma anche di chiodi a tre punte sparsi lungo la strada. Individuata anche l'auto usata per la fuga dal gruppo dopo ogni colpo: una Audi RS6 nera con targhe clonate. La svolta il 24 settembre scorso quando i militari hanno individuato un appartamento a Porto Sant'Elpidio (Fermo), che fungeva da base per la banda e una garage come ricovero per l'Audi. Nelle prime ore del 25 settembre, in rapida successione i quattro hanno fatto esplodere due bancomat uno a Villa Musone di Recanati (Macerata), l'altro a Monte Urano (Fermo), ma in entrambi i casi sono dovuti fuggire senza soldi per l'arrivo dei carabinieri.

Ma quando i malviventi si sono rifugiati a Porto Sant'Elpidio, i militari del nucleo operativo di Osimo hanno fatto irruzione nel covo: sono finiti in manette Cosimo Iurlaro, di 41 anni, Omar Bianco, di 27, Marco Santoro, di 25, Vincenzo Schiena, di 38, tutti con precedenti specifici e provenienti dalla provincia di Brindisi. Sequestrate bombole di ossigeno e acetilene. arnesi da scasso, guanti, fotocopie di documenti di terze persone, chiodi a tre punte e l'Audi, risultata rubata a Poto San Giorgio e sottoposta a «blindature» in Puglia con lastre di acciaio dietro ai sedili e nella parte posteriore. Ieri il gip di Fermo ha disposto l'obbligo di dimora degli arrestati presso i Comuni di residenza con l'obbligo di firma. Le indagini, coordinate dalla Procura di Ancona, sono ancora in corso e volte ad attribuire al commando la paternità di tutti i furti commessi nelle Marche e in alcune provincie pugliesi (circa 20 colpi), oltre ad individuare gli altri componenti della banda.
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