Ancona, nuovo Mercato delle Erbe: appaltati a lavori con i fondi del Pnrr. Operatori: «Ma noi dove andremo?»

Ancona, nuovo Mercato delle Erbe: appaltati a lavori con i fondi del Pnrr. Operatori: «Ma noi dove andremo?»
Ancona, nuovo Mercato delle Erbe: appaltati a lavori con i fondi del Pnrr. Operatori: «Ma noi dove andremo?»
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 1 Settembre 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 07:22

ANCONA - Mercato delle Erbe, atto secondo. Ci eravamo lasciati prima di Ferragosto con una promessa: che l’affidamento del cantiere alla ditta appaltatrice sarebbe avvenuto «tassativamente entro il 30 settembre». Ce l’aveva assicurato Stefano Tombolini, l’assessore ai Lavori pubblici. A chiedere certezze erano soprattutto i commercianti del mercato, ancora all’oscuro circa la loro sorte durante i mesi (se non gli anni) che saranno necessari per completare il restauro della struttura. E ieri, ad un mese esatto dalla deadline, siamo voluti tornare proprio là dove era partito il nostro viaggio: tra le bancarelle del Mercato delle Erbe. «Noi non sappiamo nulla» ci risponde d’emblée Mario Calvio, titolare di una piccola gastronomia. L’aria che tira è la stessa degli inizi di agosto. «Sarebbe bello che qualcuno ci facesse sapere dove ci sistemeranno durante i lavori» chiedevano allora a gran voce. Ma delle risposte ancora non c’è traccia. «Siamo all’oscuro di tutto, anche se sarebbe ora che qualcuno si facesse vivo» rilancia Massimo Bartolini dal suo banco di frutta e verdura. Con le linee guida europee che impongono il completamento del 30% dei lavori entro settembre 2024, è difficile pensare che tra l’affidamento del cantiere e l’avvio degli interventi possa passare più di qualche giorno.

 

La deadline è vicina

Eppure, quando di giorni all’ora x ne mancano al più una trentina, dall’altro capo del telefono non risponde nessuno. «Dove ci manderanno?» si chiede titubante la signora Maria, anche lei con un piccolo banco di ortofrutta.

L’idea caldeggiata dall’Amministrazione è questa: “tagliare in due” il Mercato delle Erbe e lavorare su una porzione di esso mentre la vita nell’altra metà dovrebbe proseguire normalmente. Dovrebbe, perché tra la polvere e gli spazi ridotti all’osso, non è detto che succeda. Qualcuno potrebbe finire al piano di sopra, dove oggi ci sono soltanto saracinesche abbassate. E se per gli ortofrutta questa prospettiva non desta particolari preoccupazioni, sono pescherie e macellerie a temere il peggio. «Vi do una notizia: questi frigoriferi non si possono spostare» dice sarcasticamente Samantha Masini, proprietaria di una macelleria, mentre indica i banchi dove tiene carne e prodotti di gastronomia. «Dovessero spostarci, ci toccherebbe affittare degli altri frigo» spiega. Per non parlare dell’incognita inventario. «E se poi non potessi più venire tutti i giorni perché ci faranno lavorare a turni? Dovrei saperlo in anticipo per decidere quante cose piantare nell’orto in previsione della vendita» racconta la signora Maria. Anticipo, una parola chiave. «Un negozio non si sposta in un giorno solo» sottolinea Masini.

C'è una soluzione?

Magari la soluzione ai loro problemi c’è, esiste. Magari in Comune l’hanno anche trovata ma finché non potranno toccarla con mano, gli operatori non ci credono. «Sarebbe anche giusto informarci» fa notare Bartolini. «Perché non fanno un giro qui, tra noi? Sarebbe bellissimo se ci sentissero singolarmente, perché ognuno di noi ha delle esigenze particolari» fa eco Masini. Per ora le certezze degli operatori non vanno oltre il 3 settembre: domani e domenica il Mercato delle Erbe sarà protagonista della Festa del Mare. «Saremo aperti solo in quattro» dice Bartolini, come un po’ a frenare gli entusiasmi. «La piazza sta morendo ed è un peccato. I turisti ce la invidiano» è il suo appello. E chissà che la sua voce non riesca a risalire corso Garibaldi, fino ad arrivare a Palazzo del Popolo.

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