ANCONA - Non voleva subire l'onta del matrimonio della figlia saltato in Pakistan. Per questo l'aveva riportata in Italia, chiusa in casa per due anni, e ripetutamente umiliata, picchiata e minacciata. Un uomo di 48 anni, pachistano ma residente nella periferia di Senigallia, è stato condannato a due anni per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona, sua figlia, una ragazzina di 15 anni.
Non le aveva fatto imparare l'italiano
La ragazzina era legata sentimentalmente a un giovane, nel suo Paese, e dovevano sposarsi ma lui avrebbe poi cambiato idea. La famiglia pakistana l'ha considerata una vergogna e per rimediare l'ha portata via, lontano, in Italia. Il genitore, secondo l'accusa, non l'avrebbe iscritta a scuola, non le avrebbe permesso di imparare la lingua italiana, imponendole di frequentare solo donne adulte sue connazionali, facendole così pesare il matrimonio saltato.
Il padre si è definito «severo»
La 15enne avrebbe subito anche botte, pugni dietro la schiena, schiaffi e mani al collo.