Ancona, maledizione ex Verrocchio accerchiato da 2 vertenze. Domani un summit-verità, si rischia una seconda causa milionaria

Quella del 2006 è da 4,5 milioni. I lavori per il terminal bus in ritardo di 17 mesi, convocato un vertice d’urgenza

Ancona, maledizione ex Verrocchio accerchiato da 2 vertenze
Ancona, maledizione ex Verrocchio accerchiato da 2 vertenze
di Stefano Rispoli
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Martedì 6 Febbraio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:53

ANCONA L’ex Verrocchio è accerchiato, stretto nella morsa di due cause, una che si trascina da una vita, l’altra che potrebbe sorgere se non si troverà una soluzione tra Comune e ditte appaltatrici. Un doppio semaforo rosso sull’autostazione stregata che sarebbe dovuta entrare in funzione 17 mesi fa sulle ceneri della vecchia fornace, in zona Palombella, come centro intermodale di scambio per il trasporto pubblico, e invece ancora è in costruzione. 

La storia

La storia rischia di ripetersi perché il primo progetto del terminal risale addirittura a 29 anni fa: era il 31 luglio 1995 quando il consiglio dorico dava il via libera all’operazione. Undici anni dopo, il colpo di scena: la fuga dal cantiere della ditta incaricata dei lavori, giudicati troppo onerosi. Poi una bagarre a colpi di carte bollate, con 4,5 milioni che ancora oggi il Comune di Ancona spera di riavere dalla ditta appaltatrice, l’ex Salini-Locatelli Spa, poi divenuta Costruzioni Romane. L’ultimo round è stato un ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’appello di Roma, che aveva decurtato di oltre un milione il provvedimento cautelare di sequestro (fino a 5 milioni) accordato al Comune. La data della resa dei conti giudiziaria non è stata ancora fissata. E sono passati 18 anni dall’apertura della vertenza.

Oggi il destino ripropone un’impasse che rischia di prendere una brutta piega. L’autostazione da 4,2 milioni (poi scesi a 2,7 dopo l’aggiudicazione della gara con ribasso al Consorzio Stabile Rennova composto da un pool di 6 imprese) è intrappolata in un preoccupante immobilismo. Il rischio incompiuta aleggia nell’aria come un fantasma, se non altro perché scadranno a dicembre i termini per beneficiare del contributo da 3 milioni di euro garantiti dal Consiglio dei Ministri nell’ambito del Piano Periferie.

Se malauguratamente si dovesse andare oltre quella data, addio soldi. E chissà che fine farebbe il terminal dei bus, che prevede 260 posti auto, di cui 183 a raso nel terrapieno e 77 nell’impalcato.

Le missive

Gli ultimi giorni sono stati movimentati da un infuocato scambio di mail tra il Comune, che sollecita un’accelerazione dei lavori, e il consorzio che ha vinto l’appalto. Ognuno rivendica le proprie ragioni. L’Amministrazione è di fronte a un bivio: fidarsi e andare avanti, in attesa di buone nuove, applicando penali che si aggirerebbero sui 300mila euro oppure tentare il tutto per tutto, stracciare il contratto e procedere con un nuovo bando, con i rischi legati ai tempi (non brevi) necessari alla ricerca di un’impresa subentrante e, soprattutto, alle conseguenze di una battaglia legale che inevitabilmente insorgerebbe con gli attuali appaltatori. Proprio per affrontare questa delicatissima situazione è stato convocato per domani un summit in Comune a cui parteciperanno il sindaco Daniele Silvetti, l’assessore Stefano Tombolini e il dirigente dei Lavori pubblici, l’ingegner Stefano Capannelli. Al centro dell’incontro, l’analisi dello stato dell’arte, i tempi previsti, quelli trascorsi, le somme già versate al Consorzio Rennova (circa un milione e 200mila euro nelle tre tranche degli stati avanzamento lavori) e la strategia più opportuna (e conveniente) da adottare. L’ipotesi della rescissione del contratto è tutt’altro che remota, ma il vertice di domani servirà a tracciare la strada da percorrere, nella consapevolezza che l’interesse di tutti è portare a termine un’opera strategica per la viabilità cittadina, pensata come snodo cruciale da nord per il trasporto pubblico e come tassello fondamentale nell’anello di park scambiatori che circonda il capoluogo dorico.

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