Ospedale Urbani, sos infermieri e operatori: «Il personale non verrà recuperato»

Ospedale Urbani, sos infermieri e operatori: «Il personale non verrà recuperato»
Ospedale Urbani, sos infermieri e operatori: «Il personale non verrà recuperato»
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Martedì 19 Novembre 2019, 08:05

JESI - L’ospedale Carlo Urbani di Jesi ha perso dall’inizio dell’anno 35 infermieri, 9 operatori socio sanitari (OSS) e 3 addetti al Cup. Numeri solo parzialmente rimpiazzati dalle assunzioni di 10 infermieri, 3 OSS e di un operatore destinato agli sportelli del Cup. È l’allarme lanciato da Fp Cisl e Uil Fpl, che parlano di «situazione del personale in Area vasta 2 e di conseguenza del Presidio Ospedaliero Carlo Urbani di Jesi ancora critica: pochi giorni fa è stato presentato dall’Asur il Piano di fabbisogno del personale per il triennio 2019/2021, e dall’analisi dei dati raccolti in questi mesi, la situazione non è molto confortante e tanto meno chiara».

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Numeri e situazione anticipati e confermati dalla conferenza stampa congiunta tenuta, nella sede della Croce Rossa, dal presidente del Tribunale del Malato di Jesi, Pasquale Liguori, da quello del Comitato per la salvaguardia e difesa dell’ospedale Carlo Urbani, Franco Iantosca, e per i sindacati da Giacomo Mancinelli (delegato Cgil), Stefania Franceschini (Cisl), Patrizia Ercoli (Uil) e Stefano Brutti (provinciale della Federazione sindacati indipendenti). Preannunciata la «presentazione di un esposto che sarà indirizzato a Ministero della Salute, a quello della Giustizia per il tramite della Procura della Repubblica e a quello dell’Interno per il tramite della Prefettura. Perché quanto sta accadendo in materia di diritto alla salute e all’assistenza non può che avere riflesso in termini di pubblica sicurezza». 

È Franceschini a spiegare: «Dopo la presentazione del Piano, è chiaro che tutto il personale perso nel corso del primo semestre del 2019 non verrà più recuperato, essendo garantiti i soli rinnovi dei contratti a tempo determinato. Ma da gennaio a giugno sono state tante le cessazioni, per pensionamenti o altro, da parte di infermieri, Oss, operatori e personale amministrativo che negli uffici assolve a compiti fondamentali. I concorsi sono in itinere e per il personale perso nel secondo semestre si è parlato di turnover interamente coperto ma, ad oggi, poco si è visto». Mancinelli punta il dito contro il «taglio di risorse destinate al personale in Area vasta 2 per 4,4 milioni di euro deliberato a inizio anno, al quale aggiungere ulteriori 7 milioni in meno complessivi stabiliti a luglio. Il tutto con riflessi pesanti in reparti come Medicina e Reumatologia e mentre restano inspiegabilmente bloccati i nulla osta per il via libera alla mobilità del personale interno che vorrebbe trasferirsi in Area vasta 2. Una situazione, e una disparità rispetto alle altre Aree vaste, da chiarire».

Secondo Ercoli, criticità che si inquadrano nella «volontà di andare verso la privatizzazione, mentre le difficoltà interne aumentano, anche in settori strategici: gli esami di laboratorio, l’attività di back office sulle impegnative, gli uffici del personale. Il piano ferie estivo di cui tanto si è parlato non avrebbe, di per sé, creato i problemi emersi se non ci fosse stata alle sue spalle una carenza di personale strutturale».

Brutti evidenzia: «La scomparsa dei propositi di ampliamento del pronto soccorso, così come del trasferimento di centrale unica del farmaco e del 118 all’interporto. Il tutto mentre restano ferme stabilizzazioni come quella della necrofora che per tre anni e mezzo ha lavorato al Carlo Urbani».

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