Jesi, la insegue con l’auto e la minaccia: condannato a sei mesi. Alla vittima aveva mimato il taglio della gola

La insegue con l’auto e la minaccia: condannato a sei mesi. Alla vittima aveva mimato il taglio della gola
La insegue con l’auto e la minaccia: condannato a sei mesi. Alla vittima aveva mimato il taglio della gola
2 Minuti di Lettura
Martedì 19 Dicembre 2023, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 21 Dicembre, 07:33

JESI L’avrebbe inseguita con l’auto, per poi tagliarle la strada e mimarle il gesto del taglio della gola. È la ricostruzione accusatoria che ha fatto finire sotto processo un marocchino di 43 anni residente a Jesi per un duplice reato: violenza privata e minacce. Ieri mattina il giudice Lamberto Giusti ha condannato l’imputato a scontare sei mesi di reclusione. La vittima, una 32enne jesina, si era costituita parte civile.

L'episodio

L’episodio finito in tribunale risale al 22 maggio del 2018.

Si sarebbe trattato di un regolamento di conti nato una mancata precedenza stradale avvenuta lungo la rotatoria tra via XXIV Maggio e via Ricci. Qui, la 32enne - stando a quanto emerso nel corso del dibattimento - non avrebbe dato la precedenza alla Mercedes condotta dal marocchino. O comunque è quello che ha sostenuto lui. Fatto sta che, stando alla ricostruzione della procura, dopo la rotonda lui avrebbe iniziato a tallonare l’auto, una Renault Megane, della jesina.

Per la pubblica accusa, la violenza privata si sarebbe configurata perché l’uomo aveva tagliato la strada alla 32enne, costringendola a svoltare verso via Granita. Una manovra obbligata, volta a non provocare un incidente. Ma non era finita per la povera automobilista. Il marocchino, una volta fermate le rispettive auto, le aveva lanciato delle minacce: «Vedrai cosa ti faccio, io so dove abiti, conosco tuo padre, sei una ragazzina di m...». Parole condite da un gesto esplicito: il taglio della gola. La 32enne, spaventata e sotto choc, aveva subito chiamato i carabinieri per un pronto intervento. I militari, grazie al modello dell’auto e alla targa, avevano poi stretto il cerchio attorno al marocchino, volto noto alle forze dell’ordine e difeso ieri in udienza dall’avvocato Massimiliano Bossio. Raccolti gli elementi investigativi, era scattata la duplice denuncia nei confronti del 43enne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA