Flette il turismo, ma è boom dei musei nello jesino: «In 3 giorni 150 visite alla Pinacoteca»

Flette il turismo, ma è boom dei musei nello jesino: «In 3 giorni 150 visite alla Pinacoteca»
Flette il turismo, ma è boom dei musei nello jesino: «In 3 giorni 150 visite alla Pinacoteca»
di Talita Frezzi
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Giovedì 17 Agosto 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 08:03

JESI Crollo del turismo, soprattutto quello straniero: Jesi si attesta nella media regionale con un segno negativo davanti alla stima del -35% delle presenze rispetto allo scorso anno. Se sulla costa ci sono tantissimi ombrelloni chiusi, figuriamoci a Jesi dove a Ferragosto - a parte 8 stoici ristoratori del centro aperti a pranzo - tutto il resto era una serrata. E se i turisti stranieri sono davvero pochi, c’è un risveglio dell’interesse degli italiani provenienti per lo più dal centro-nord e dalla Sicilia con vacanze mordi e fuggi.


L’eccezione

A portare gente ci pensa sempre lui, il nostro Federico II, che con il suo Museo Stupor Mundi tiene banco per fortuna. «Purtroppo assistiamo a un calo delle presenze, a Jesi come nel resto della regione –spiega Romina Quarchioni, responsabile del servizio attività culturali, biblioteca, musei e turismo – e quei pochi che venivano dal mare lamentavano che tutti i negozi per lo shopping erano chiusi.

Certo, a Ferragosto uno si aspetterebbe di fare altro piuttosto che degli acquisti, ma comprendiamo che il turista a volte cerchi anche lo shopping. In città abbiamo disposto un’apertura straordinaria lunedì 14 per via di un gruppo in visita alla Pinacoteca e facendo il conteggio delle presenze a ridosso di Ferragosto, dal 13 al 15 agosto, possiamo dire che ne abbiamo registrate 150 con una sessantina di contatti all’Ufficio turismo per le informazioni». 

La formula vincente

Ha funzionato dunque la formula del biglietto unico a 15 euro (10 ridotto e 30 euro per le famiglie) con cui poter visitare tutti i musei cittadini, aperti in queste giornate di festa: dai Musei Civici di Palazzo Pianetti, al teatro Pergolesi, le sale museali di Palazzo Bisaccioni, il Museo Federico II Stupor Mundi e il Museo Diocesano. La parte del leone, come detto, l’ha fatta il Museo Stupor Mundi. «Molti turisti venivano dall’Emilia Romagna, dalla Lombardia, dal Veneto, ma anche dall’Abruzzo, dal Lazio e tanti dalla Sicilia, attirati dalla figura di Federico II – spiega ancora Quarchioni –: l’imperatore è ancora un bel traino per il turismo. Così come lo è la nostra enogastronomia regionale: ne sono dimostrazione gli appuntamenti al Centro Interpretazione del Territorio (presso l’Ime, palazzo Balleani) abbinati alla visita della Biblioteca Planettiana. Si tratta di degustazioni a cura di quattro produttori della zona (Brunori, Montecappone, Colle Minò e Colle Honorato) che a rotazione presentano i vini e i prodotti del territorio. Sono iniziati a fine giugno e hanno sempre riscosso grande interesse, con gruppi di 15-20 persone per ogni appuntamento. Sono gratuiti – conclude Quarchioni - e andranno avanti fino a metà settembre, c’è sempre molta richiesta». 

Il commercio

E se quindi i musei, i personaggi, l’arte e la gastronomia fanno la loro parte, adesso tocca dare una scossa vitale al commercio: magari seguendo le città turistiche della Romagna e studiando quindi orari di apertura ad hoc, anche dopocena, insieme ai bar, locali e gelaterie creando quindi un circuito virtuoso di servizi a disposizione dei turisti e delle famiglie residenti, che possa portare beneficio a tutti.

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