Grande Ancona, Pierpaoli (Cgia): «Basta slogan, serve l'unione. Si apra un vero confronto con Sirolo, Falconara, Numana e Camerano»

Il segretario: «Servono visione globale e concretezza»

Grande Ancona, Pierpaoli (Cgia): «Coraggio, cari amministratori. Il proprio orticello non paga più
Grande Ancona, Pierpaoli (Cgia): «Coraggio, cari amministratori. Il proprio orticello non paga più
di Véronique Angeletti
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Martedì 26 Settembre 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 06:51
Marco Pierpaoli, segretario di Confartigianato Marche Nord, la Grande Ancona mito o realtà strategica?
«Per noi non è un mito. Di fatto, il tema delle fusioni lo abbiamo introdotto e discusso 15 anni fa. Ed è proprio perché ci siamo occupati delle fusioni come strumento che consideriamo l’unione dei Comuni una realtà che può essere strategica. Può consentire alle amministrazioni di avere una visione più ampia per calare sul territorio i progetti».
Cosa suggerisce?
«Noi siamo per la concretezza. Non è che siamo appassionati alla formula, ma c’è urgente necessità di trovare una sintesi tra i vari attori istituzionali del territorio. È importante che tutti vogliano essere disponibili a fare un passo indietro affinché tutti ne possano fare uno in avanti».  
Può fare un esempio?
«L’Azienda dei rifiuti. Sono anni che se ne parla senza arrivare ad un risultato concreto. Serve una visione strategica e serve la volontà dei sindaci di trovare una sintesi, perché, ad oggi, le imprese pagano un prezzo pesantissimo rispetto al servizio che ricevono. Un regolamento uguale e uniforme su tutta la provincia, se non su tutta la regione, sarebbe una grande semplificazione che andrebbe nella giusta direzione. Insomma, serve concretezza, unita alla velocità. Purtroppo, finora abbiamo perso troppo tempo». 
Quali sarebbero gli altri vantaggi per le imprese? 
«Le imprese hanno bisogno di una politica che ragioni per obiettivi, a partire da quelli del contenimento al massimo della tassazione e della burocrazia. C’è necessità di una visione più ampia, con la migliore classe dirigente, per creare servizi specifici per i cittadini, di migliore qualità e a costi minori». 
Un altro settore che potrebbe beneficiarne? 
«Pensare che la regionalizzazione o politiche di accentramento siano le soluzioni dei problemi, vedi il trasporto pubblico. Servono progetti e visioni strategiche con attenzione ai servizi nel territorio». 
Può spiegare meglio? 
«Va aperto un confronto con tutte le amministrazioni potenzialmente coinvolte in un progetto di ampio respiro: Ancona, Sirolo, Numana, Falconara, Camerano e quanti vogliano farne parte. Non è una questione di nomi, ma di idee da realizzare. Sono anni che siamo disponibili a ragionare sul futuro del capoluogo. Come Confartigianato, rappresentando più di 10mila imprenditori, sappiamo bene quanto possa essere determinante una politica che risolva i problemi. Siamo in una situazione in cui la tassazione è elevatissima, ma si fa fatica a trovare anche risorse per la manutenzione ordinaria. I comuni sono in fortissima difficoltà».
Quali soluzioni propone?
«Vanno affrontate questioni che pesano negativamente sulle imprese e su chi il territorio lo vive. Abbiamo parlato della raccolta rifiuti e del servizio di trasporto pubblico urbano ed extraurbano. Un altro tema è quello dei grandi eventi, dai concerti agli appuntamenti convegnistici, che funzionerebbero da traino anche turistico per tutto il territorio. Ma per fare tutto questo abbiamo bisogno di un progetto condiviso che trovi tutti d’accordo. Progetti concreti che possano portare in breve tempo a delle soluzioni per le nostre imprese e i nostri cittadini». 
Avanti tutta con la fusione? 
«Non so quale formula sia la migliore. La fusione, l’unione, un nuovo ente superiore come la città metropolitana, ma vorremmo che gli amministratori siano ben consapevoli che coltivare ognuno il proprio orticello è negativo e non aiuta l’economia. Fosse solo dal punto di vista dei finanziamenti e dei contributi pubblici. Poi, lavorare a più grande scala consente di calare meglio sul territorio progetti davvero strategici capaci di attirare le aziende e fanno sì che le imprese si sentano direttamente coinvolte. Oggi urgono pragmaticità e concretezza. Basta con gli slogan».

 
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