«Scippati delle collanine in discoteca a Fabriano»: il blitz due mesi prima della strage di Corinaldo

«Scippati delle collanine in discoteca a Fabriano»: il blitz due mesi prima della strage di Corinaldo
«Scippati delle collanine in discoteca a Fabriano»: il blitz due mesi prima della strage di Corinaldo
di Federica Serfilippi
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Martedì 12 Dicembre 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 09:49

FABRIANO - «Stavo ballando con i miei amici e all’improvviso mi sono sentito tirare da dietro. Mi sono girato, ma non c’era nessuno. Poco dopo ho visto che la collanina d’oro che portavo al collo era sparita». Per la procura era finita nelle mani di Moez Akari, il 26enne di origine tunisina condannato in via definitiva per la strage di Corinaldo e ritenuto uno dei sei membri della banda dello spray

Le indagini

Il giovane, che deve scontare 11 anni e mezzo di carcere, sta attualmente affrontando un altro processo con l’accusa di aver rubato tre collane d’oro alla discoteca Aera di Fabriano.

Quando? Il 14 ottobre del 2018, neanche due mesi prima della strage della Lanterna Azzurra, avvenuta l’8 dicembre del 2018.

Per il procedimento relativo ai blitz di Fabriano, ieri hanno sfilato in aula vari testimoni, tra cui due giovani (uno all’epoca aveva 17 anni e gli era stata strappata la collana con crocifisso regalata al Battesimo) vittime degli scippi, il luogotenente del Nucleo Investigativo che si era occupato delle indagini sulle strage di Corinaldo e il carabiniere del Norm che aveva proceduto al controllo, nella notte del 14 ottobre 2018, dell’auto che trasportava Akari e altri due ragazzi (tutti provenienti dall’Emilia), anche loro coinvolti nei fatti della Lanterna. La vettura era stata fermata dopo gli episodi furtivi avvenuti all’Aera e il controllo, a posteriori, si era rivelato fondamentale per mettere insieme i pezzi dell’inchiesta su Corinaldo. 

Il racconto

«Abbiamo fermato la Lancia Y - ha detto il militare - lungo il viale della Vittoria. Siccome tutti e tre gli occupanti avevano precedenti, abbiamo proceduto alla perquisizione. Akari aveva due pacchetti di fazzoletti: in uno c’era un piccolo quantitativo di sostanza stupefacente, nell’altro c’erano sette collanine d’oro». Erano rotte, conseguenza dello strappo. Tre ragazzi l’avevano poi reclamate in caserma e, infatti, si procede nei confronti del 26enne solo per questi furti accertati, nonostante sia stato trovato in possesso di sette gioielli. Il giudice Tiziana Fancello ha rinviato il processo all’8 aprile: verrà emessa la sentenza. 

Gli altri membri

All’epoca del controllo a Fabriano, Akari era stato trovato in compagnia di Cavallari, condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi, e di Riccardo Marchi. Quest’ultimo, di Bologna, non ha mai ricevuto misure cautelari e la procura - a differenza degli altri membri della gang - non gli ha mai contestato l’associazione a delinquere. Ma gli altri reati, comuni alla gang: omicidio preterintenzionale, lesioni personali, un episodio di furto e un altro sfociato in rapina all’interno della Lanterna Azzurra. Reati per cui è stato condannato in abbreviato e in primo grado a 10 anni e 5 mesi.

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