Contratto nazionale e incubo Covid: tute blu agitate, domani lo sciopero

Contratto nazionale e incubo Covid: tute blu agitate, domani lo sciopero
Contratto nazionale e incubo Covid: tute blu agitate, domani lo sciopero
di Aminto Camilli
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 07:50

FABRIANO - Stato di agitazione no-stop nelle aziende metalmeccaniche del territorio provinciale anconetano. Ed è in particolare nell’importante distretto industriale fabrianese che la mobilitazione appare più forte e sentita, in vista dello sciopero generale di quattro ore fissato già da tempo per domani, a causa della rottura delle trattative finalizzate al rinnovo del contratto di settore. La situazione attuale, che potremmo definire di stallo, ha suscitato proteste vibranti da parte di lavoratori e sindacati, con le parti sociali, Fiom in primis, seriamente preoccupate anche per quanto concerne la problematica della sicurezza legata alla diffusione del Coronavirus, un aspetto che potrebbe condizionare la trattativa. 


La contestazione, cominciata più di tre settimane fa alla Whirlpool di Fabriano con uno sciopero di due ore (le ultime due di ognuno dei tre turni) allo stabilimento di Melano, si è estesa a tante altre realtà del comprensorio montano, nonché dell’intero ambito provinciale. Non è un caso che nella protesta siano coinvolte il sito produttivo Whirlpool di Melano, gli impianti Elica di Cerreto d’Esi e Mergo, gli stabilimenti della Ariston Thermo Group di Genga e Albacina e la divisione Thermowatt di Arcevia, lo stabilimento Electrolux (l’ex Best) di Cerreto d’Esi, Amc Ghergo Group e l’impianto Ghergo di Sassoferrato, Caterpillar di Jesi e altre varie aziende operanti nel territorio provinciale. 
L’atmosfera si sta scaldando giorno dopo giorno, non è difficile attendersi una partecipazione massiccia all’astensione dal lavoro prevista per domani nei diversi stabilimenti.

In concomitanza con questo sciopero di quattro ore, le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm hanno organizzato per le ore 10 un’iniziativa davanti alla sede di Confindustria. 


Ed ecco che la questione relativa al rinnovo del contratto nazionale di lavoro della categoria dei metalmeccanici rischia, in questa fase, di fondersi con la vicenda assai delicata della ripresa della diffusione del Covid-19. Un’eventualità che il sindacato intende scongiurare ad ogni costo, tanto è vero che la Fiom sta auspicando con forza che vengano attivati controlli sempre più minuziosi nei luoghi di lavoro con l’obiettivo di prevenire i contagi. Un’azione che era stata condotta con grande successo la primavera scorsa, durante la prima ondata del Coronavirus. «Ci siamo mobilitati per difendere il nostro diritto alla salute durante il lockdown – sottolinea con fermezza Pierpaolo Pullini, responsabile provinciale della Fiom –, e non permetteremo che qualcuno approfitti dell’emergenza sanitaria per cancellare il contratto nazionale di lavoro». Di qui, per l’appunto, la rinnovata richiesta delle parti sociali, affinché vengano messi a punto controlli tanto frequenti quanto certosini, onde evitare che si creino contagi da Covid-19 nelle fabbriche e, più in generale, nei diversi ambienti di lavoro.

Collegato a tutto ciò, almeno per certi versi, c’è pure l’aspetto della sinergia tra le parti, che le organizzazioni sindacali ritengono fondamentale, soprattutto in periodi di estrema difficoltà, come quello che si sta attraversando. Per i rappresentanti dei metalmeccanici, infatti, «nella gestione dell’emergenza globale, assumono rilevanza le azioni in grado di condurre a un aumento del valore del territorio e delle persone. Tutte le strategie finalizzate al bene delle aziende, dei soggetti che in esse lavorano e del territorio devono essere costruite insieme». 

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