ANCONA - L’avrebbe prima toccata in maniera insistente in varie parti del corpo, per poi baciarla con forza. È questo il contesto accusatorio, ricostruito dalla procura, che ha portato a processo una guardia giurata di 43 anni per violenza sessuale. Il rinvio a giudizio è stato decretato ieri mattina dal gup Alberto Pallucchini.
Nei confronti dell’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Mengoni, il processo si aprirà nel marzo del 2024.
La ricostruzione
Stando alla ricostruzione della procura, l’uomo aveva allungato le mani mentre si trovava in servizio con la collega, 30enne. I due erano in auto: lei al volante, lui sul sedile del passeggero. Improvvisamente, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, l’imputato aveva chiesto alla collega di avere un rapporto sessuale. Dopodiché sarebbero iniziati gli abusi fisici: lui avrebbe iniziato a toccarla sul collo, sulla coscia e su un braccio. In un secondo momento, come sostenuto dalla procura, l’avrebbe presa e baciata con forza, nonostante la ritrosia mostrata dalla vittima. «E che sarà mai, è solo un bacio, non fare l’esagerata» avrebbe detto il 43enne.
Terminato il servizio e metabolizzato quanto accaduto all’interno dell’abitacolo, la vittima aveva segnalato il fatto alla società di vigilanza e poi denunciato il collega. Due le conseguenze per l’uomo: un processo per violenza sessuale (anche se il reato è contestato nella sua forma più lieve) e nell’immediatezza della denuncia la perdita del posto di lavoro. La società, infatti, lo aveva licenziato.