Ancona, il killer all'arcivescovo
"Voglio incontrare mio padre"

Ancona, il killer all'arcivescovo "Voglio incontrare mio padre"
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:09 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 20:16
CAMERINO - Ha incontrato nuovamente ieri l’arcivescovo Brugnaro e gli ha chiesto se e quando potrà incontrare il padre Carlo. Antonio Tagliata, in carcere a Camerino ormai da otto giorni, esplicita un unico pensiero: parlare con il babbo. Per il resto poche parole, sigarette, tanti silenzi e nessuna voglia di uscire da quell'isolamento che gli è stato riservato in via precauzionale, per evitare che potesse scontrarsi con le rigide regole dei detenuti. Stando alle pochissime informazioni che trapelano dalla Casa Circondariale di Camerino, il diciottenne ha ripreso a mangiare regolarmente e anche le sue frequenti crisi di panico sembrano essersi diradate. Questo anche grazie ad una terapia farmacologica che gli permette di tenere sotto controllo gli stati d'ansia. Piange anche meno rispetto ai primi giorni, quando in alcune occasioni era anche arrivato a procurarsi delle ferite. Tanto da essere sorvegliato a vista per paura che potesse commettere gesti autolesivi. Anche il rosario che aveva ricevuto durante un colloquio con il cappellano del carcere, l'arcivescovo Brugnaro, è stato sequestrato proprio per evitare un utilizzo improprio. Nelle ultime ore ha più volte ripreso in mano le carte degli atti giudiziari che lo riguardano e che per giorni erano rimasti appoggiati sopra al termosifone della piccola cella in cui è rinchiuso. E' consapevole che il suo futuro è il carcere, ma è consapevole anche che il suo legale ha richiesto una perizia psichiatrica su cui, probabilmente, si giocherà il processo.
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