ANCONA I vecchi rancori avevano acceso la miccia. Una parola di troppo e gli sguardi di sfida avevano fatto il resto, trasformando piazza del Papa in un ring, tra calci, pugni e bottiglie di vetro brandite come armi. C’erano stati almeno tre feriti portati al pronto soccorso. Era la notte del 31 maggio del 2020. Per quella maxi zuffa, si sono aperti due procedimenti penali: uno è in corso al tribunale ordinario, con tre ragazzi maggiorenni (all’epoca avevano tra i 18 e i 21 anni) finiti sul banco degli imputati. L’altro si sta tenendo al Tribunale dei Minorenni e vede coinvolti dieci ragazzi, residenti tra Ancona e la Val Musone.
L’imputazione
All’epoca della mega rissa avevano tra i 15 e i 17 anni.
Le indagini
La violenza esplosa al porto sarebbe direttamente collegata alla zuffa scoppiata in piazza del Papa, nata come una sorta di spedizione punitiva contro la coppia di fidanzati e i loro amici, responsabili di aver denunciato quanto accaduto nel corso della Notte Bianca. Qualche componente del gruppo dei baby bulli aveva riconosciuto la coppietta e così era scoppiata la mega zuffa. Era andata in scena sul lato della Prefettura, sotto gli occhi di centinaia di persone che stavano trascorrendo la serata nel salotto della movida cittadina. Qualcuno aveva anche ripreso le scene choc con il cellulare: «Guarda che bastonate» si sentiva dire. Un parapiglia infernale terminato con l’arrivo della polizia, che nel giro di 48 ore era riuscita a denunciare i protagonisti della zuffa. I fidanzatini (assistiti dal legale Alessandro Scaloni) erano finiti a Torrette: la ragazza aveva subito la frattura del polso, il ragazzo un trauma cranico e contusioni multiple. Un 16enne (anche lui sotto accusa nel processo minorile) aveva riportato ferite al labbro e fratture dentali. Tra i difensori, gli avvocati Francesca Petruzzo, Marco Giorgetti, Annavittoria Banzi e Micaela Dentici.