«Violentata nel vicolo del centro». Due ragazzi finiscono nei guai

«Violentata nel vicolo del centro». Due ragazzi finiscono nei guai
«Violentata nel vicolo del centro». Due ragazzi finiscono nei guai
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Martedì 3 Marzo 2020, 08:55

ANCONA  - Adescata da un gruppo di ragazzi, condotta in un vicolo del centro e abusata sessualmente. È questa la base accusatoria del procedimento penale aperto dopo la denuncia sporta da un’anconetana che, all’epoca dei fatti contestati, aveva 16 anni. La minore aveva puntato il dito contro tre ragazzi. Solo due, nel corso delle indagini, sono stati identificati e accusati di violenza sessuale di gruppo. 

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Per uno è stato aperto un fascicolo al Tribunale dei Minori. La posizione dell’altro, 18enne all’epoca dei presunti abusi, è stata trattata dalla procura ordinaria. Quest’ultimo rischia di finire sul banco degli imputati. Il pm Irene Bilotta, infatti, ha chiuso le indagini ed è stata fissata per il 16 aprile l’udienza preliminare. In quell’occasione, la ragazza (ormai 20enne) si costituirà parte civile attraverso l’avvocato Roberta Montenovo, presidente dell’associazione Donne e Giustizia. Non è escluso che l’indagato – oggi 22enne – possa decidere di procedere con i riti alternativi per ottenere, in caso di condanna, uno sconto di pena. 

L’iter investigativo è partito dopo la denuncia sporta dalla minore. Aveva parlato di quanto accaduto in un vicolo del centro cittadino con i familiari e lo psicologo della scuola che frequentava all’epoca. A loro aveva svelato del pomeriggio da incubo vissuto nel maggio 2016. Secondo la tesi della ragazzina, lei era stata fermata mentre passeggiava in centro. A chiederle di aggiungersi al suo gruppetto era stato un conoscente di vecchia data. «Dai, unisciti a noi, vieni a fare un giro» le avrebbe detto. Fidandosi delle sue parole, la minore aveva seguito il trio. In un angolo nascosto del centro, sempre secondo la versione della parte offesa, era avvenuta la violenza carnale, perpetrata da un solo ragazzo. 

Durante l’abuso, la vittima aveva anche visto spuntare uno smartphone. Di lì, la paura che l’atto sessuale potesse essere ripreso e diffuso sui social. In realtà, non è mai stata trovata alcuna traccia del presunto file. Durante la violenza contestata, i due ragazzi presenti non avrebbero fatto nulla per fermare il presunto abuso. Di qui, l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Per mesi, la vittima non aveva parlato dell’episodio con nessuno, poi invece si era aperta, confidando quel segreto. Lei è stata sentita in due diversi incidenti probatori: uno davanti al gip del tribunale di corso Mazzini. L’altro è stato sostenuto al palazzo di via Cavorchie, per il procedimento che coinvolge il minore. 

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