Incubo treni soppressi: vergogna lunga 16 anni. E Roma è ancora lontana

Nel 2007 il governatore Spacca sui binari contro la cancellazione di due Eurostar Ancona oggi tagliata fuori dai collegamenti con la capitale nella linea per Ravenna

Incubo treni soppressi: vergogna lunga 16 anni. E Roma è ancora lontana
Incubo treni soppressi: vergogna lunga 16 anni. E Roma è ancora lontana
di Antonio Pio Guerra
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 07:36

ANCONA - Una lunga storia, non d’amore - come canta Gino Paoli - ma di tormento ed esclusione. L’ultimo capitolo è la metamorfosi in Frecciargento del Ravenna-Roma, con conseguente batosta sull’abbonamento per i pendolari dorici. Ma nella storia del collegamento di Ancona con la Capitale sono tanti i momenti di crisi, perlopiù registrati nell’arco degli ultimi quindici anni. Si comincia nel 2007, il 10 dicembre. L’occasione è quella della seconda edizione della Giornata delle Marche. 


La protesta


Siamo alla stazione di Ancona e sui binari scendono simbolicamente a protestare il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca assieme ai suoi assessori ed altri esponenti della politica nostrana.

L’obiettivo: manifestare dissenso per la soppressione della fermata dorica in due collegamenti Eurostar con Roma, decisa da Trenitalia col cambio di orario invernale entrato in vigore il giorno prima. Il vettore, come succede ancora oggi, si sarebbe quindi fermato a Falconara e da lì sarebbe ripartito per Rimini con un risparmio di tempo di circa 23 minuti. 


Furibonda la reazione di Spacca, che parlò di «totale insensibilità» dell’allora amministratore delegato di Trenitalia Moretti nel ritornare su «decisioni incomprensibili». Incomprensibili perché andavano contro i dati di utilizzo reali della linea. Una tre giorni di rilevazioni compiuta dai dipendenti della Regione Marche tra l’8, il 12 ed il 13 novembre dello stesso anno diceva il contrario. Nei momenti clou, infatti, il 48% dei passeggeri della linea salivano e scendevano dal capoluogo, con una media che si attestava sul 38%. Ulteriori tagli, poi, arrivarono anche nel 2011 con altre fermate cassate nel collegamento tra Ancona e Roma - assieme ad altri treni regionali. E la partita non si giocò soltanto a livello regionale. In campo scesero anche i parlamentari marchigiani. Una delegazione formata da Marina Magistrelli, Silvana Amati e Luciana Sbarbati andò ad incontrare l’ad Moretti. «Chiedemmo particolare attenzione alle Marche, specialmente considerando che all’epoca la Roma-Ancona era tra le 10 tratte ferroviarie peggiori d’Italia» ricorda Silvana Amati.

Una ricostruzione analoga a quella di Luciana Sbarbati. «Ci litigammo» rivela. «Mi disse: “cara senatrice, la colpa di tutto questo è anche della Regione che non contribuì con un finanziamento adeguato perché la linea arrivasse fino ad Ancona”». «Fu però molto chiaro, non ci illuse coi soliti “poi vediamo…” ma ci disse che (il ritorno della fermata di Ancona, ndr) era impossibile nel breve termine» integra Marina Magistrelli. E ancora, già nel 2019 le prime interrogazioni in Consiglio Regionale sulla carta Tutto Treno Marche e le preoccupazioni circa la sua validità per delle corse che da Frecciabianca sarebbero dovute diventare presto Frecciargento. Una circostanza analoga a quella verificatasi qualche giorno fa, alla fine. Insomma, un rebus dal quale non siamo mai riusciti a districarci. «Io sono andata a Roma settimanalmente dal 2005 al 2013 - conclude l’ex senatrice Amati - ed ho toccato con mano il progressivo degrado dei collegamenti». 

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