Traffico e temperature alte
squilla l’allarme per l’ozono

Traffico e temperature alte squilla l’allarme per l’ozono
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Venerdì 27 Luglio 2018, 06:55
ANCONA - File interminabili di auto, fumo dalle navi che attraccano e partono, migliaia di mezzi in transito. Il porto d’estate scoppia e tra tir, auto e camper, il centro storico paga pegno. Una miscela di polveri sottili si riversa nelle vie centrali e diventa ancor più pericolosa con le alte temperature, quando torna l’allarme azono. La puzza di smog invade non solo il porto, ma entra dentro le abitazioni e gli uffici rendendo l’area irrespirabile, in particolare nel weekend, quando lunghe file di auto accese stanno in coda prima di imbarcarsi. Solo nel fine settimana transitano circa 30mila passeggeri, tra crociere e traghetti per Grecia, Croazia e Albania, più circa 6.500 auto e 1.300 mezzi pesanti.

 

I traffici e i passeggeri nello scalo dorico sono cresciuti a dismisura e se, nel 2011 la stazione di rilevazione dello smog situata al porto segnalava il superamento dei limiti posti dalla normativa italiana ed europea alle PM10, ora da quando è stata tolta il dato reale dell’inquinamento portuale è sconosciuto. Fino al 2012 Ancona era tra le città più inquinate di Italia perché tre centraline di controllo (porto, Torrette, via Bocconi) su quattro registravano il superamento del livello massimo ammesso di Pm10, ma queste da qualche anno sono inattive e ne è rimasta solo una all’interno del parco della Cittadella più un laboratorio mobile installato recentemente alla Palombella. «È chiaro che la centralina della Cittadella – dichiara Massimo Marcheggiani, responsabile del servizio inquinamento atmosferico Arpam - non è sufficiente per monitorare adeguatamente il livello delle polveri sottili e di altri inquinanti al porto. L’inquinamento al porto è comunque evidente e la situazione è ben conosciuta e studiata perché c’era una centralina fino a qualche anno fa. Oltre ai rilevamenti, servirebbero dei provvedimenti per diminuire l’inquinamento e gestire il traffico in altro modo».
Oltre alle polveri sottili, quando le temperature si alzano, non sono più sicuri nemmeno i parchi. Come si legge sul sito dell’Arpam, la centralina che si trova al parco della Cittadella, dal 20 luglio ha registrato superamenti del valore obiettivo di ozono (120 microgrammi per metro cubo d’aria). Il 18 luglio il valore massimo giornaliero (media 8 ore) è stato 121 µg/m3 dalle ore 12 alle 20; il 19 luglio si è alzato a 135.9 µg/m3 dalle 11 alle 19; il 20 luglio a 129 µg/m3 dalle 10 alle 18. Per quanto riguarda le polveri fini, denominate PM10, la centralina della Cittadella ha rilevato un picco di 250 µg/m3 il 23 luglio alle 9 di mattina un valore così alto - il limite giornaliero da non superare è di 50 µg/m3 - da far pensare a qualche problema tecnico. Ma anche il 2 luglio e il 10 luglio ha registrato rispettivamente 89.6 e 91.

Non va meglio al laboratorio mobile alla Palombella che, per il rilevamento delle polveri PM2,5 ha registrato 20.5 µg/m3 il 20 luglio alle 8 di mattina e a mezzanotte tra il 24 e il 25 luglio (limite 20 µg/m3). Addirittura il 4 luglio alle 22 ha registrato un picco di 104.6 µg/m3. Il 20 luglio alle 13 ha invece rilevato un picco di 4.1 µg/m3 di benzene (limite 5). «Il livello di superamento di ozono – spiega Marcheggiani – dipende dal sole e dalle alte temperature. Il traffico non c’entra e il superamento dell’ozono registrato nei giorni scorsi alla Cittadella è stato contestuale a quello registrato da altre stazioni di rilevamento delle Marche. Il problema si crea quando in zone particolarmente assolate si raggiungono livelli alti di ozono e questo si unisce a inquinanti da traffico. In questo caso si crea una miscela pericolosa per la salute». Ma qual è la vera situazione del porto? «Difficile dirlo con esattezza», risponde il responsabile dell’Arpam, per il quale sarebbe possibile monitorarla adeguatamente solo «con l’installazione di una nuova centralina». D’estate i mezzi in transito nell’area portuale aumentano notevolmente e la passeggiata al porto antico, nel primo tratto fino al molo Rizzo, tra le fumate delle navi e le lunghe file di auto ferme con i motori accesi, si trasforma in una camminata nello smog.

Cosa è possibile fare, dunque, per limitare l’inquinamento? «Da fine giugno i tir sono stati spostati dal molo Rizzo allo scalo Marotti – spiega l’Adsp – e ciò ha ridotto il traffico nell’area portuale. Inoltre le auto in fila per l’imbarco hanno l’obbligo di tenere spenti i motori e la Dorica Port Services, società che gestisce i servizi sulle banchine, invita gli automobilisti a spegnere le auto. Per i passeggeri, poi, c’è sempre il terminal crociere aperto e climatizzato». Per il futuro invece «vengono ipotizzati degli incentivi agli armatori che in anticipo applicheranno le nuove disposizioni antinquinamento che partiranno dal 2020, relativi ad alcuni parametri. Su questo lavoreremo dopo l’estate».
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