Martini, direttore sanitario di Torrette: «Rene sbagliato, caso più unico che raro. Il sistema dei trapianti funziona ad hoc»

Martini, direttore sanitario di Torrette: «Rene sbagliato, caso più unico che raro. Il sistema dei trapianti funziona ad hoc»
Martini, direttore sanitario di Torrette: «Rene sbagliato, caso più unico che raro. Il sistema dei trapianti funziona ad hoc»
di Federica Serfilippi
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Venerdì 29 Dicembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:09

ANCONA «Quello che è successo è un caso più unico che raro. E non macchierà di certo il sistema della donazione e dei trapianti, che funziona alla perfezione». Così il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, il dottor Claudio Martini, sul caso del rene inutilizzabile arrivato a Torrette da un ospedale dalla Lombardia. Quando l’organo da trapiantare è giunto alla cittadella sanitaria di Torrette il paziente designato per riceverlo era già pronto in sala operatoria. Ma l’intervento è dovuto saltare: il rene era già stato giudicato inservibile in partenza.

L’inghippo

C’è stata una falla nel prezioso quanto complesso meccanismo che regola il prelievo di organi e il successivo trapianto.

Proprio per questo il Nord Italia Transplant (NITp) di Milano, prima organizzazione di coordinamento del prelievo e trapianto di organi e tessuti nel territorio nazionale, avvierà degli accertamenti per capire il viaggio a vuoto della supercar con a bordo l’organo non trapiantabile. L’ospedale di Torrette, in quanto struttura ricevente, non farà invece approfondimenti. In pratica - qui è stato il corto circuito - dei due reni prelevati da un anziano paziente, solo uno era stato ritenuto trapiantabile, alla luce delle indagini e di una biopsia svolte nell’ospedale lombardo, molto approfondite perché il donatore in morte cerebrale aveva un’età avanzata. Ma per motivi da accertare, a Torrette è arrivato l’organo inutilizzabile e non quello, sulla carta, trapiantabile. Il NITp si è subito attivato per inviare il rene giusto con un trasporto aereo. Ma a quel punto non c’erano più i tempi tecnici per l’intervento, essendo passate troppe ore dal prelievo.

Il meccanismo

Si è purtroppo inceppato un meccanismo perfetto, dove vengono a collimare le professionalità dei medici e il gesto d’altruismo di chi dona. Un caso, quello dell’antivigilia di Natale, che per Martini «non fa neppure statistica. Sono quasi trent’anni che lavoro nel settore ospedaliero e un episodio del genere non mi era mai capitato». Parole che danno proprio l’idea dell’unicità di quanto accaduto. «Si tratta di un caso che non macchierà di certo il sistema dei trapianti e il gesto della donazione. Oltretutto, per il paziente ricevente non ci sono state ripercussioni dal punto di vista clinico. Verrà richiamato appena un nuovo rene sarà disponibile».

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