La lettera di un paziente ad Acquaroli: «Trapianti senza follow up, adesso come facciamo»

La lettera di un paziente ad Acquaroli: «Trapianti senza follow up, adesso come facciamo»
La lettera di un paziente ad Acquaroli: «Trapianti senza follow up, adesso come facciamo»
di Andrea Maccarone
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Venerdì 8 Dicembre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 18:21

ANCONA - «Smantellata l’attività di follow-up gestita tramite l’Ambulatorio Trapianti. Per noi pazienti un disagio enorme». È il grido d’allarme lanciato da Francesco P., residente in Umbria e trapiantato di fegato a Torrette, che si è visto togliere uno dei servizi più importanti per i pazienti di questo tipo. Ovvero l’assistenza medica post operazione. Tanto che si è visto costretto ad inviare una lettera indirizzata al governatore Francesco Acquaroli, all’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini e a tutta una serie di figure mediche apicali dell’ospedale di Torrette. L’interruzione del servizio ha messo i pazienti con le spalle al muro.

Le criticità 

«In questo modo in primo luogo sono stati recisi completamente i rapporti medico-paziente che in alcuni casi sussistono da quando è nato il Centro Trapianti nel 2005 con il prof.

Risaliti» lamenta l’umbro. Ma il peggio è che i pazienti, a questo punto, sono obbligati a rivolgersi ad altri professionisti in strutture private o presso strutture convenzionate «che non hanno nessuna esperienza delle problematiche dei trapiantati e che non hanno oltretutto riferimenti precedenti per effettuare gli esami con l’accuratezza ed il tempo necessario» incalza la lettera. Ciò che maggiormente mette in crisi il trapiantato è il fatto di «dover spiegare ogni volta ad un radiologo, ad un’ecografista o ad uno specialista diverso la propria storia clinica senza avere la sicurezza di essere pienamente compresi o che l’esame venga eseguito in modo appropriato alla particolarità di un trapiantato» specifica il paziente umbro. Una condizione che non esita a definire «drammatica». Il rischio a cui si va incontro « è che i controlli non vengano eseguiti nei tempi prescritti o addirittura saltati». Insomma, un problema che così rappresentato è di vitale importanza. 


Il patrimonio disperso


Ciò che lascia più attoniti, seguendo frase dopo frase la lettera, è il plauso che Francesco P. non esita a fare ai medici di Torrette che l’hanno seguito nelle fasi cruciali della malattia. Conferma ulteriore dello spessore professionale su cui il nosocomio regionale può contare. Eppure un altro servizio di eccellenza viene represso. «La mia personale preoccupazione - continua - , riguarda il rischio concreto di disperdere un patrimonio di conoscenza e di eccellente reputazione conquistata dal Centro Trapianti di Ancona negli anni. Un patrimonio umano fatto da tanti eccellenti professionisti sanitari che faticano a riconoscersi in certe scelte». E invece anche questo patrimonio è andato disperso.

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