Ancona, viaggio nel caos di Torrette: chiusa un'ala al quarto piano, Pronto soccorso al collasso

Ancona, viaggio nel caos di Torrette: chiusa un'ala al quarto piano, Pronto soccorso al collasso
Ancona, viaggio nel caos di Torrette: chiusa un'ala al quarto piano, Pronto soccorso al collasso
di Andrea Maccarone
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Venerdì 8 Dicembre 2023, 01:50 - Ultimo aggiornamento: 18:21

ANCONA - Un’intera ala al quarto piano dell’ospedale regionale di Torrette chiusa. I posti letto dei reparti di Chirurgia senologica ed Endocrinologia spostati in blocco per mancanza di personale infermieristico. Al pronto soccorso è allarme rosso per il 100% dei posti letto occupato dai pazienti in attesa di ricovero. Basta che si presenti un solo caso grave per mandare al collasso l’accettazione.

Dopo la lettera firmata dagli otto capi reparto che rappresentano una situazione prossima all’implosione della struttura, siamo scesi a toccare con mano tutti i nervi scoperti del nosocomio.

E l’immagine che abbiamo avuto modo di scattare non è per nulla rassicurante.

La prima linea 

Giovedì 7 dicembre. Ore 10. Il pronto soccorso ha in gestione 55 pazienti. Ben 25 in attesa di ricovero. La sala d’emergenza: piena. L’area Covid: piena. Alcuni attendono sulle barelle lungo i corridoi dopo aver ricevuto visite, le prime cure e diagnosi. Altri rimangono nell’alloggio del pronto soccorso, che dovrebbe essere relativamente breve, addirittura per giorni. Il caso di attesa più prolungata: 136 ore, cinque giorni e mezzo. Per altri, non tutti ovviamente, una media di 50 ore. Più di due giorni. I medici e gli infermieri in prima linea lavorano senza sosta. Sono 21 in totale le figure impiegate al pronto soccorso. Sono restii a sviscerare le criticità inerenti alla struttura ospedaliera, ma dalle loro parole si evince che il problema vero è il boarding.

Il tappo 

La grave carenza di personale, in particolar modo infermieristico, ai piani superiori crea un pericoloso tappo all’ingresso dei pazienti nei reparti. Il risultato è il riempimento dei posti letto a disposizione nel pronto soccorso. A denti stretti, tra i corridoi dell’ospedale, si sente parlare di un problema di mancata programmazione negli anni che, sommata al taglio delle figure professionali, genera scossoni su scossoni ai servizi da erogare. Un medico parla di assenza di una rete di strutture ospedaliere in supporto al regionale di Torrette: «Vengono tutti qui, anche chi non dovrebbe fare riferimento ad un dea di II livello». Un’altra delle cause che va ad aggravare l’effetto imbuto.

E un altro collega rincara: «Mancano specializzandi in medicina d’urgenza e anatomia patologica. Vogliono tutti fare dermatologia per avere sbocchi professionali privati». I concorsi per le specialità più impegnative vanno deserti. Un problema dietro l’altro che genera un terribile effetto palla di neve. Ma arrivati a questo punto, siamo sul crinale di una valanga. Manca davvero poco perché si abbatta a cascata sugli obiettivi più fragili: ossia gli utenti finali. Quelli che si rivolgono all’ospedale di Torrette, vuoi perché resta comunque la struttura più qualificata sul territorio, per richiedere cure e assistenza. Lasciando poi il limbo infernale del pronto soccorso, dove medici e infermieri si adoperano oltre ogni difficoltà per dare una risposta immediata e qualificata al paziente, siamo saliti ai reparti. Il taglio dei posti letto che ha investito molti reparti è cosa nota. Ma ieri abbiamo riscontrato con i nostri occhi un caso che ha del preoccupante: un’intera ala chiusa. Due reparti trasferiti in blocco per carenza di infermieri. Attenzione: i posti letto di Chirurgia senologica ed Endocrinologia vengono mantenuti tutti. Ma sparpagliati in altri reparti: dei 7 di Chirurgia senologica 5 sono finiti a Chirurgia plastica e 2 ad Ortopedia. I 5 di Endocrinologia sono stati portati a Ortopedia. Un tetris pericoloso che va solo a discapito del malato. 

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