ANCONA - C’è chi già lo immaginava di vetro e acciaio, sotto il Duomo, accanto all’Arco di Traiano. C’è chi per la banchina-grandi-navi, al Molo Clementino, fantasticava un segno architettonico alla Renzo Piano. Fine delle trasmissioni: si frena sul terminal delle crociere, 350 metri, elettrificato, con 22 milioni del fondo nazionale a disposizione e il corollario di un un project financing con Msc.
Il parere condizionato del Comune dorico ridimensiona gli entusiasmi.
Il vanto
Su quell’approdo, che si dovrebbe specchiare nel bacino Fincantieri, Vincenzo Garofalo s’appella alla distensione. Disgelo: «In assenza di preconcetti, ogni tema di discussione serve a migliorare. A noi interessa raccontarci, con trasparenza». Inizia a farlo, il presidente dell’Authority, da un punto, imprescindibile: «Il porto deve fare sviluppo». Fa interagire i due concetti, e arriva al Molo Clementino sul quale premette: «Non c’è opera che non tenga conto della salute dei cittadini e dei lavoratori, della sicurezza e dell’ambiente». Il suo vanto: «I porti sono infrastrutture attente alla sostenibilità e alla transizione ecologica, condizioni necessarie per essere competitivi». Vola alto sull’elettrificazione delle banchine, che presto sarà realtà, e mette in chiaro: «Stiamo lavorando per dimostrare tutto questo. I documenti da produrre al ministero dell’Ambiente sono sostenuti dai dati del Pia, il Progetto di inquinamento atmosferico». Ricorda: «Una prima fase si è già esaurita con il parere preliminare, propedeutico per ottenere la Via-Vas, la Valutazione d’impatto ambientale e quella ambientale strategica. Ci sono stati chiesti approfondimenti: entro l’anno - s’impegna - la certificazione verrà consegnata». Un appunto a margine: «A mio giudizio è stata scelta un’area lontana dal centro abitato nella quale dovrebbero attraccare navi tecnologicamente avanzate».
L’interazione
Riduce le distanze, il presidente, ed è già oltre. «La Penisola, la mega-banchina dove spostare i traghetti in arrivo nel porto storico, sarà la soluzione definitiva anche per le crociere, se si vogliono potenziare». Il suo nota bene: «Il crocierismo è il settore con la ricaduta più estesa sul tessuto cittadino perché è un comparto turistico». Allarga il fronte del porto.
Condivide su tutta la linea il concetto di distensione, Daniele Silvetti: «Sono d’accordo: ogni tema di discussione serve». È sul secondo punto espresso da Garofalo che, il sindaco, rettifica: «Sì, il porto deve fare sviluppo, ma senza nuocere alla salute dei cittadini». Arriva dritto al Molo Clementino: «Noi abbiamo espresso parere condizionato su sette punti del loro Documento programmatico strategico. Uno di quei passaggi riguarda la realizzazione del terminal delle crociere. Così com’è? Ribadiamo la nostra opinione negativa». Non spezza tuttavia la sequenza temporale: «Ora l’Authority deve trasmettere a Roma gli atti con gli eventuali aggiustamenti». La sua speranza: «Che sia migliorabile». Sulla Penisola taglia corto: «Chi mi ha preceduto ha perso dieci anni». Fine della distensione.