ANCONA -Diciannove anni e tre mesi di carcere complessivi per una famiglia di origine rom. È il tenore della pena inflitta dal gup Paola Moscaroli a padre, madre e due figli finiti in manette nel maggio del 2019 nell’ambito di un’inchiesta della Squadra Mobile nata per fermare una serie di estorsioni, ed episodi di spaccio perpetrati al Piano. Il procedimento è stato incardinato, in totale, per dodici imputati: in sei, tra cui quattro componenti della famiglia, hanno voluto procedere con l’abbreviato.
C’è stato anche un patteggiamento.
Le altre pene
Un anno ciascuno a due pusher di eroina: una slovacca di 51 anni e un 38enne marocchino. Otto mesi di patteggiamento per un’anconetana di 47 anni, anche lei accusata di aver smerciato eroina. Tutti gli altri pusher se la vedranno a dibattimento. L’idea accusatoria di base: ogni componente della famiglia rom avrebbe determinato a creare un giro di spaccio, minacciando e aggredendo i consumatori per sollecitare i pagamenti o convincerli ad acquistare le dosi (soprattutto eroina e cocaina) solo da loro. «O prendi la droga da noi, oppure vai via dal Piano»; «Se ci denunci, ti ammazziamo davanti ai carabinieri» le minacce perpetrate alle vittime. In totale, ne erano state conteggiate una decina. Solo una si è costituita parte civile.
Le violenze
Per quanto riguarda gli episodi estorsivi, per esempio, al capofamiglia veniva contestato di aver costretto un acquirente a comprare la droga solo da lui. Al diniego del compratore, sarebbero scattate le botte: pugni al volto e al corpo, aggravati dal possesso del 51enne di un anello indossato al momento del pestaggio sulla mano destra. E ancora: a un invalido fisico al 100% il 51enne avrebbe chiesto sotto minaccia («Ti vengo a cercare e ti picchio») 500 euro. In più, si sarebbe impossessato dei suoi documenti d’identità (qui la contestazione della sostituzione di persona) per stringere un contratto per la linea telefonica, entrata poi in uso della famiglia rom. Insieme alla moglie e a uno dei due figli, il 51enne avrebbe costretto il vicino di casa ad abbandonare l’alloggio di piazza d’Armi, in maniera tale che lo stabile (in parte gestito dall’Erap) fosse occupato solo dal loro nucleo familiare. A padre, madre e due figli è stata riconosciuta l’estorsione in cui era incappata una coppia di assuntori di droga, indotta a pagare quasi 5mila euro. Una somma, come ricostruito dalla polizia, legata a presunti interessi maturati per una partita di droga acquistata da un gruppo di albanesi.