Strage di Corinaldo, la testimonianza choc: «Ho sentito un bruciore, sono caduto. Dietro di me un groviglio umano»

Strage di Corinaldo, la testimonianza choc: «Ho sentito un bruciore, sono caduto. Dietro di me un groviglio umano»
Strage di Corinaldo, la testimonianza choc: «Ho sentito un bruciore, sono caduto. Dietro di me un groviglio umano»
di Sabrina Marinelli
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Sabato 17 Dicembre 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Dicembre, 07:41

CORINALDO - «Mi bruciavano il naso e gli occhi e tutti intorno a me si coprivano la bocca». Sono gli attimi che hanno anticipato la strage di Corinaldo, raccontati da un 19enne sopravvissuto. Ieri, insieme ad altri cinque ragazzi, è stato ascoltato nel corso dell’udienza del filone che vede indagate, a vario titolo, nove persone, tra cui i componenti della commissione di vigilanza. 

«Si faceva fatica a camminare – il suo racconto – ho deciso così di uscire per prendere una boccata d’aria e, all’improvviso, ho avvertito il bruciore.

Ho accelerato. Superata la porta, la folla mi ha spinto e mi sono ritrovato appoggiato ad un ramo che si è spezzato. Sono caduto da un’altezza di circa mezzo metro, sono riuscito ad allontanarmi e quando mi sono girato c’erano molte persone cadute, le une sulle altre, fino a creare un groviglio umano, alto forse più di me con decine di persone ammassate. Molte erano prive di conoscenza». 

Le testimonianze


Una ragazza ascoltata ieri, nel ripercorrere quei terribili momenti, si è commossa. Sono stati ascoltati anche tre carabinieri: due intervenuti subito, appena allertati i soccorsi, il terzo invece arrivato alle 4.40 per effettuare le prime verificate. Ha descritto le balaustre dell’uscita di sicurezza con tracce di ruggine e piante rampicanti intorno. Per i legali della difesa erano troppe le persone entrate, il triplo, e si trattava di un’esibizione, senza ballo, nel locale aperto nel 1963. 


Linea difensiva che indigna però Giuseppe Orlandi. Era presente ieri, l’ha fatto per suo figlio Mattia che non c’è più. «Lì dentro non ci doveva essere nemmeno una persona – tuona Orlandi – perché era un deposito agricolo. Chiedo ai marchigiani e agli italiani: secondo voi è possibile che nessuno se ne fosse accorto? Voi ci credete? Io no. Anche il pm Gubinelli aveva detto che, quando si è recato sul posto quella notte, si era ritrovato in campagna e non in una discoteca, che prevede una viabilità adeguata a garantire i soccorsi».

Gli imputati

Oltre agli avvocati degli imputati e delle parti civili c'erano anche diversi parenti delle vittime e amici. Presenti anche quattro dei nove imputati a giudizio (più la società Magic srl che gestiva il locale): il vigile del fuoco Rodolfo Milani, il responsabile del Suap Massimo Manna, Francesco Tarsi, ingegnere ingaggiato dalla Magic e Maurizio Magnani, tecnico della famiglia Micci proprietaria dell'immobile.

Le accuse per tutti e nove (oltre a loro sono a giudizio anche l'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, Francesco Gallo dell'Asur Area Vasta 2 Senigallia, Massimiliano Bruni, perito esperto di elettronica, Stefano Martelli della Polizia Locale e uno dei soci, Quinto Cecchini) sono, a vario titolo, di cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni, disastro colposo, falso ideologico e apertura abusiva di un locale.  Prossima udienza il 20 gennaio, alle 9.30.
 

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