ANCONA - Presentata un’altra richiesta di scarcerazione per Claudio Pinti, il 38enne jesino condannato sia in primo che in secondo grado a 16 anni e 8 mesi di reclusione per aver trasmesso dolosamente l’Hiv alla sua ultima fidanzata, Romina Scaloni, e alla precedente compagna, Giovanni, morta nel giugno 2017 per patologie legate alla contrazione del virus.
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A richiedere ancora una volta gli arresti domiciliari con il braccialetto elettrico è stato ieri il difensore Massimo Rao Camemi a causa delle precarie condizioni di salute del suo assistito.
Come forma di protesta, Pinti da qualche settimana ha rifiutato parte delle terapie farmacologiche prescritte, riducendo anche l’apporto di acqua e cibo. Intanto, è stata fissata la data per il ricorso in Corte di Cassazione: l’udienza si terrà il 10 settembre. Pinti è in carcere da maggio 2018, arrestato dalla Squadra Mobile.