All'ospedale regionale di Torrette uno su 10 non si è vaccinato. Pugno duro con 3.600 dipendenti: «Allontaniamo i medici no-vax»

Ambulanze al Pronto soccorso di Torrette
Ambulanze al Pronto soccorso di Torrette
di Stefano Rispoli
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Venerdì 2 Aprile 2021, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 15:26

ANCONA - Un dipendente su 10 a Torrette non si è vaccinato e visto che gli appelli fin qui non sono bastati, si attende con ansia che la bozza di legge sull’obbligo vaccinale entri in vigore.

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«I medici no vax andrebbero allontanati - tuona Antonello Maraldo, direttore amministrativo degli Ospedali Riuniti -. La professione medico-infermieristica è incompatibile con chi non è favorevole ai vaccini. Sono sicuro che quanti nella nostra azienda finora non hanno aderito alla profilassi lo faranno alla luce di una legge molto importante per due ragioni: afferma il principio dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari e lo rende cogente, ponendo al di fuori dell’ordinamento giuridico chi non applica la legge stessa e svolgendo una funzione inibitoria rispetto alla sospensione dal lavoro o al demansionamento per chi non si vaccina». 


Difficile dire perché su circa 3.600 dipendenti degli Ospedali Riuniti, un 9-10% abbia scelto di rimandare l’iniezione anti-Covid. «Le ragioni possono essere le più disparate - spiega Maraldo -, dalla preoccupazione personale a patologie conclamate, dalla posizione culturale e ideologica alla convinzione che la ricerca scientifica sui vaccini non sia stata sufficientemente approfondita. Resta il fatto che presto il vaccino diventerà obbligatorio per tutti gli operatori sanitari, anche se la bozza di legge presenta un meccanismo di applicazione piuttosto farraginoso e tempistiche non immediate». Ad esempio, si introduce un termine atecnico come quello di “operatore di interesse sanitario”. «Di chi si tratta? Non esiste nell’ordinamento giuridico contrattuale - rileva il direttore amministrativo di Torrette -. Ma gli stessi meccanismi di attuazione della legge mi lasciano perplesso, a partire dal fatto che all’azienda si chiede di comunicare i nominativi dei proprio dipendenti a un ente, la Regione, che già ne è in possesso». 
In attesa che la legge entri in vigore, all’ospedale regionale stanno pensando di organizzare comunque un nuovo V-Day per i dipendenti che fin qui hanno deciso di non vaccinarsi o non l’hanno potuto fare. Data e modalità andranno però concordate con la cabina di regia vaccinale istituita dalla Regione. Attualmente sono circa 3.300 i dipendenti di Torrette a cui è stata somministrata la prima dose, circa 3.100 quelli a cui è stata iniettata anche la seconda. Tra i non vaccinati figurano anche medici e infermieri, sia pure in quota ridotta. Un problema non da sottovalutare: è di pochi giorni fa la notizia di un medico di un ambulatorio del capoluogo che ha deciso di non immunizzarsi, ha contratto il Covid e ha infettato una ventina di suoi assistiti. 
E resta alta, purtroppo, la pressione sull’ospedale regionale, dove a fatica si riesce a liberare posto nei reparti dedicati ai malati di Covid.

Resta ai limiti della capienza la terapia intensiva con 36 letti occupati su 38 in Rianimazione. Al completo l’area della semintensiva con 27 posti su 27 occupati. Piena pure la palazzina delle Malattie infettive (40), ma questa è una situazione che si protrae da mesi. L’unico reparto che nelle ultime ore è riuscito a dimettere pazienti è il Cov-4, dove sono 29 le persone in cura, a cui si aggiungono 15 assistite nell’area rossa del Pronto soccorso e dell’Osservazione breve intensiva. Rispetto a mercoledì, sono dunque scesi da 150 a 147 i pazienti Covid sotto osservazione a Torrette, dove la curva dei ricoveri fatica a scendere. 

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