ANCONA - Annebbiato dall’alcol e in preda a una collera incontenibile, si era presentato a casa del collega, dopo aver scavalcato la recinzione, con una pala in mano. Convinto di aver subito un torto nel suo lavoro, l’aveva preso a pugni, così violenti da fargli saltare tre denti, per poi colpirlo alla schiena a badilate. La fuga dopo l’aggressione non gli ha evitato l’arresto.
Raggiunto nella sua abitazione dai poliziotti, si era giustificato sostenendo che si era trattato solo di una discussione verbale, accesa sì, ma mai degenerata sul piano fisico.
A titolo di scuse, ha versato una somma di 2mila euro alla vittima, un 40enne anconetano (assistito dall’avvocato Fabrizio La Rocca), di professione svuotacantine, residente al Piano. A seguito dell’aggressione, ha perso tre denti e ha riportato un trauma cranico e lesioni al volto e alla schiena, conseguenza dei pugni incassati e delle badilate ricevute dal collega. A dare l’allarme al 112, il 28 luglio scorso, erano stati i vicini, spaventati dalle urla che arrivavano dalla casa accanto. Grazie alla descrizione del 40enne, portato all’ospedale, il 35enne albanese era stato rintracciato e arrestato il giorno stesso nella propria abitazione dalla polizia. Inutili le scuse accampate.