ANCONA - «Prima di uccidere, il killer mi mise la mani addosso fuori da una discoteca, senza nemmeno conoscermi, solo perché pretendeva un passaggio a casa. Mi causò un trauma cranico e fui obbligata a portare il collarino per un mese. Mi ha seguita dappertutto, per mesi, ricevevo minacce di morte. Ho i brividi al pensiero che sia stato capace di uccidere». È l’accusa choc di una ragazza che rivela di essere stata malmenata, nel novembre 2019, da Mattia Rossetti, il killer di Michele Martedì, in presenza di un’amica che lo conosceva. Scattò una denuncia d’ufficio per lesioni e minacce nei confronti del 26enne.
LEGGI ANCHE:
LEGGI ANCHE:
«Questa persona andava aiutata da tempo, non difesa - dice la giovane -, è sempre stato un soggetto pericoloso lasciato a piede libero da persone che hanno sottovalutato la gravità della situazione.