La confessione choc di una ragazza: «Picchiata e minacciata dal killer di Michele, mi ha perseguitata per mesi​»

Il luogo in cui è stato ucciso Michele Martedì
Il luogo in cui è stato ucciso Michele Martedì
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Giovedì 10 Dicembre 2020, 02:55

ANCONA - «Prima di uccidere, il killer mi mise la mani addosso fuori da una discoteca, senza nemmeno conoscermi, solo perché pretendeva un passaggio a casa. Mi causò un trauma cranico e fui obbligata a portare il collarino per un mese. Mi ha seguita dappertutto, per mesi, ricevevo minacce di morte. Ho i brividi al pensiero che sia stato capace di uccidere». È l’accusa choc di una ragazza che rivela di essere stata malmenata, nel novembre 2019, da Mattia Rossetti, il killer di Michele Martedì, in presenza di un’amica che lo conosceva. Scattò una denuncia d’ufficio per lesioni e minacce nei confronti del 26enne.

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«Questa persona andava aiutata da tempo, non difesa - dice la giovane -, è sempre stato un soggetto pericoloso lasciato a piede libero da persone che hanno sottovalutato la gravità della situazione.

Non è bastato con me, doveva fare un gesto ancor più grave per allarmare qualcuno che poteva impedire tutto ciò. Sono allibita, sconcertata e davvero tanto dispiaciuta». La ragazza, che si è sfogata sui social, ricorda bene quella sera: «Mi ha preso a schiaffi e pugni in faccia, in testa e al collo - racconta -. Mi hanno diagnosticato un trauma cranico e il collarino con 30 giorni di prognosi. Nei giorni seguenti mi ha contattato minacciandomi di morte: diceva che mi avrebbe fatta sparire. Ha minacciato anche mia madre. Per mesi mi ha seguito, poi si è calmato per fortuna. Mi disse che aveva reagito così perché era sotto l’effetto di droghe. Poi iniziò nuovamente a minacciarmi fino ad aprile-maggio, fino a che sono intervenuti gli avvocati. Cose folli. Sono sconvolta». 

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