Ancona, alla Mole la musica è finita. Stop ai concerti: «Diventerà solo uno spazio espositivo»

Ancona, alla Mole la musica è finita: stop ai concerti: «Diventerà solo uno spazio espositivo»
Ancona, alla Mole la musica è finita: stop ai concerti: «Diventerà solo uno spazio espositivo»
di Andrea Maccarone
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Giovedì 23 Novembre 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 07:33

ANCONA La Mole Vanvitelliana cambia pelle. Dalla prossima estate diventerà esclusivamente uno spazio espositivo. Stop ai concerti e ai festival alla corte interna. «Al massimo, per i concerti metteremo a disposizione l’auditorium» annuncia l’assessore alla Cultura, Anna Maria Bertini. Sala che per dimensioni e posti potrebbe ospitare al massimo un semplice show acustico.


L’incognita 

Manuel Agnelli, Diodato, Baustelle, Niccolò Fabi, Johnny Marr, Billy Corgan.

Sono solo alcuni degli artisti nazionali e internazionali che nei decenni hanno richiamato alla Mole migliaia di fan da tutto il centro Italia. Dalla prossima estate sarà solo un ricordo. Ma a questo punto si crea un problema non da poco per tutti quei soggetti privati o associazioni che da sempre, in l’estate, potevano contare sulla Mole per rassegne e festival musicali a cielo aperto. Ancona Jazz, Spilla, Sconcerti, Adriatico Mediterraneo e Acusmatiq dovranno trovare un’altra casa. Ma non solo loro, anche tutte le altre rassegne che non rientrano nell’ambito delle mostre, come La punta della lingua, il festival di poesia, che più volte ha fatto confluire parte della kermesse all’interno della corte della Mole Vanvitelliana. Posto che la linea Bertini aveva già staccato la spina ai festival portati in città dal suo predecessore Paolo Marasca (Kum, La Mia Generazione e Go Dai), dove emigrerà il cartellone live estivo da sempre ospitato nel suggestivo spazio nel cuore della Mole? «Ci sono le piazze da sfruttare» replica Bertini.

I costi 

L’assessore suggerisce di riportare in auge una delle location che fino ad una ventina d’anni fa era teatro di concerti e rassegne estive: «Cittadella - afferma -, sarebbe l’ideale. Oppure le piazze del centro città». Non fosse, però, che la scelta di allestire la corte della Mole per i concerti era puramente legata ad un fatto di convenienza logistica: un solo palco che restava posizionato tutta l’estate e un solo piano sicurezza. Ciò voleva dire un’infinità di costi in meno. Perché pensare di allestire (e smontare) un palco per una singola serata, con tutto ciò che comporta tra piani sicurezza, annessi e connessi, equivale a far lievitare le spese di diverse migliaia di euro per ogni spettacolo. Costi che andrebbero a pesare sulle spalle degli organizzatori. Ciò significherebbe dire addio ai festival in città. A meno che l’assessore alla Cultura non intenda rimpolpare considerevolmente i finanziamenti.
 

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