Ancona, il mago delle scommesse era infallibile: ma prendeva il reddito di cittadinanza

Ancona, il mago delle scommesse era infallibile: ma prendeva il reddito di cittadinanza
Ancona, il mago delle scommesse era infallibile: ma prendeva il reddito di cittadinanza
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Martedì 16 Aprile 2024, 01:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 08:53

ANCONA Sul suo canale Youtube, intitolato “Quellicheilmago”, aveva un sacco di seguaci, per lo più ragazzi desiderosi di guadagnare soldi facili con le scommesse. E lui li accontentava. «Ma l’obiettivo non era vincere, bensì dimostrare che il mio metodo funzionava». Un modello statistico, elaborato dal 50enne anconetano che, davanti al giudice Tiziana Fancello, si è definito «un matematico», appassionato di scommesse sportive, sì, ma non un giocatore incallito. Al contrario.

«Sui social tenevo corsi anti-ludopatia, spiegando ai ragazzi come comportarsi per non incappare nella mentalità dello scommettitore e, quindi, non essere sempre un perdente». 


L’indagine 

Per vincere, vinceva.

Almeno a giudicare dai suoi conti correnti, passati in rassegna dalla Guardia di finanza di Ancona. Il problema, secondo l’accusa, è che ometteva di dichiarare al Fisco quegli incassi, che nel 2017 ammontavano ad oltre 124mila euro. Eppure il suo Isee risultava minimo, al punto da poter beneficiare del Reddito di cittadinanza. Secondo le Fiamme gialle che hanno condotto l’indagine, avrebbe percepito dallo Stato, indebitamente, accrediti per 13.203 euro nel periodo che va dall’aprile 2019 al novembre 2020 (dopo aver presentato domanda nel marzo 2019) omettendo di comunicare variazioni di reddito dovute a vincite di gioco per complessivi 25.276 euro. 

La difesa

Ieri in tribunale l’imputato, difeso dall’avvocato Elena Martini dello studio legale associato Martini-Bolognini, ha respinto ogni accusa. In sostanza, si è giustificato dicendo che lui raccoglieva i soldi da puntare per conto dei partecipanti ai suoi corsi («Erano 27 nell’ultima sessione»), li faceva confluire in un’unica carta prepagata a lui intestata e poi li investiva nelle varie piattaforme di scommesse online. Le rendite? «Venivano subito redistribuite ai corsisti, come dimostrano i movimenti bancari».

Insomma, per sé il 50enne non tratteneva nulla. «Era un servizio che offrivo gratuitamente perché ero interessato solo a pubblicizzare il mio metodo matematico, sul quale ho anche scritto un manuale», depositato ieri dalla procura insieme agli estratti conto. «Ho lavorato per 4 anni nel back office di un’agenzia di scommesse, ho visto troppi clienti rimetterci: se il gioco è un divertimento, perché perderci soldi?». E infatti lui guadagnava, «utili dall’1 al 3%». Ma non tratteneva le vincite. «Non incassavo niente: terminata la sessione, restituivo il denaro ai corsisti». La Finanza la pensa diversamente e ritiene che, proprio perché era il mago delle scommesse, non avrebbe dovuto percepire sussidi dallo Stato. La sentenza del tribunale è attesa per il prossimo 29 aprile. 

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