Rossana Berardi, direttrice della Clinica oncologica: «Torrette ospedale top, i tumori si sconfiggono anche con un anticorpo»

Rossana Berardi, direttrice della Clinica oncologica: «Torrette ospedale top, i tumori si sconfiggono anche con un anticorpo»
Rossana Berardi, direttrice della Clinica oncologica: «Torrette ospedale top, i tumori si sconfiggono anche con un anticorpo»
di Maria Cristina Benedetti
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Marzo 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 07:38

Eccellenza uguale intelligenza umana. L’equazione di Rossana Berardi sfida la persuasione, artificiale, dei tempi. «La Clinica oncologica di Ancona è certificata Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, per gli studi di fase I, ovvero quelli che introducono per la prima volta nell’uomo il principio attivo, il componente dei medicinali da cui dipende la cura». La prof della Politecnica e direttrice del reparto dell’ospedale regionale di Torrette traccia la linea di demarcazione: «Siamo tra le pochissime strutture riconosciute per farlo del centro e sud d’Italia».

Converta in cifre il primato.

«Nel 2022 per i test sono stati arruolati 210 pazienti, nel 2023 se ne sono contati 180».

L’immagine plastica della sua formula illuministica.

«I protocolli sperimentali non possono essere messi in pratica in qualsiasi centro: richiedono anni di impegno, competenze, credibilità scientifica e costruzione, nel tempo, di reti nazionali e internazionali.

Esigono percorsi dedicati di elevatissima qualità».

Scatti la foto dell'attuale. Quanti sono quelli attivi?

«Trentacinque. Vengono condotti studi per il trattamento dei tumori solidi con terapie innovative biologiche, che prevedono l’impiego di farmaci innovativi, anche in combinazione con quelli tradizionali e nel contesto del Corm, il Centro oncologico e di ricerca delle Marche».

Il percorso più recente?

«Ha un codice, neppure il nome, ed è scattato pochi giorni fa: l’XB002, è usato contro una proteina chiamata Fattore Tissutale».

Semplifichi.

«È una nuova frontiera. Si tratta di un anticorpo, capace di riconoscere le proteine presenti principalmente sulle cellule cancerose, a cui vengono coniugate molecole di chemioterapico in grado di bloccare la crescita del tumore».

Un’azione mirata e selettiva.

«Rivolta al trattamento dei casi avanzati».

Scandagli ancora il campo.

«Altro codice: EOS884448. È un’immunoterapia di nuova generazione, per riattivare il sistema immunitario compromesso dei pazienti oncologici e rispondere alla patologia. Lo studio è attivo solo a Milano e ad Ancona».

In quanti concorrono al successo del risultato?

«A ogni indagine sono associati dai cinque ai dieci pazienti».

Sistemi altri tasselli nel mosaico della ricerca.

«C'è il Vepdegestrant, per i tumori al seno, e l’XL092, il quale blocca una proteina che causa la crescita del cancro e altre proteine che stoppano il sistema immunitario».

Oltre i tecnicismi, qual è la linfa di quest'impegno ad alto tasso di specializzazione?

«Evitare i viaggi della speranza. Torrette si mette a disposizione di tutta la regione».

Dilati l’orizzonte, fin che può.

«Guardare il male da un’altra prospettiva, ovvero quella di trattare i tumori avanzati alla stessa stregua delle malattie croniche».

La forza propulsiva?

«Università e ospedale che viaggiano di pari passo. È un elemento fondante, perché la ricerca clinica non è avulsa dal tragitto assistenziale».

Mai senza cosa?

«Lo ribadisco: l’intelligenza umana».

Tocca il nervo scoperto del personale?

«Nel mio reparto servirebbero altri sei medici, tre infermieri e altrettanti operatori socio-sanitari. Una richiesta che non voglio classificare come criticità, ma è una necessità per continuare a fare eccellenza».

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