Ancona, il Verrocchio è stregato: un ritardo dietro l’altro. Ora slitta di altri tre mesi

Una gru si alza sul cantiere del Verrocchio, dove verrà realizzata un’autostazione Un’altra angolazione del cantiere del Verrocchio
Una gru si alza sul cantiere del Verrocchio, dove verrà realizzata un’autostazione Un’altra angolazione del cantiere del Verrocchio
di Andrea Maccarone
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 04:10 - Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 08:26

ANCONA Dov’eravamo rimasti? Al termine del cantiere ad aprile. O almeno questa era la deadline annunciata dall’assessore ai Lavori pubblici, Stefano Tombolini, neanche una settimana fa. Dietrofront. I lavori per la realizzazione della nuova autostazione Verrocchio, nella migliore delle ipotesi, vedranno il taglio del nastro a cavallo dell’estate. Altri 3 mesi circa di slittamento. Che sia definitivamente l’ultimo? Difficile dirlo.

Perché la prima pietra del cantiere stregato all’ex fornace Verrocchio è stata posata nel marzo del 2021, con la precedente amministrazione comunale.

L’autostazione avrebbe dovuto vedere la luce 18 mesi dopo, a settembre del 2022. Nel frattempo di primavere ne sono passate due. La terza, ormai sicuramente, verrà scavalcata tra qualche mese. Il problema? Nel quadro economico del progetto mancava all’appello un milioncino da mettere a budget per la realizzazione dell’impiantistica elettronica per la “domotica” del terminal.

Percorso a ostacoli

Quindi, da una parte una criticità di tipo finanziario. Ma dall’altra anche alcune lungaggini afferibili alla ditta appaltatrice (il Consorzio Rennova, ndr). A che punto siamo arrivati? Dunque: l’involucro edilizio (per intenderci lo scheletro) è stato ultimato, compiuto anche il getto di completamento del solaio che sorreggerà il parcheggio in quota (220 posti), intonaci fatti e ascensore posizionato. Cosa manca? Si sta ancora aspettando che arrivino le vetrate (sarebbero già dovute arrivare lo scorso autunno), manca l’asfaltatura e tutta la sistemazione del piazzale al piano terra, e poi tutte le meccaniche digitalizzate. Ovvero i tabelloni elettronici, le sbarre ad alzamento automatico. Insomma, tutta la parte funzionale utile alla fruibilità degli utenti. Non c’è male. A questo punto c’è da augurarsi che davvero l’autostazione possa vedere la luce la prossima estate. Perché in realtà intorno al terminal aleggia il buio pesto. Ripercorrendo le vicende del cantiere emerge un iter ad ostacoli da disciplina olimpionica di complicazioni. Non tutte, onestamente, da mettere in capo all’impresa. In effetti il cantiere, subito dopo l’avvio dei lavori, è incappata in una combinazione nefasta che ha messo in ginocchio la gran parte delle opere pubbliche.

Gli intoppi

Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina e l’impossibilità di reperire le materie prime. Il colpo di grazia il rincaro dei prezzi e dei consumi energetici. Insomma, una tegola dietro l’altra che si è abbattuta sull’intervento di riqualificazione dell’area: i n tutto 3.870 metri quadrati che s’allargano al piano terra dove verranno ospitati i piazzali di movimentazione dei bus.

Le penali

Una scommessa da 4 milioni e 256mila euro, il cui importo contrattuale ammonta a 2.783.754 di cui 98.632 euro per oneri di sicurezza generali e speciali. Al momento il Comune, visti i ritardi nella prosecuzione del cantiere, sta già applicando le penali alla ditta costruttrice (l’importo complessivo si vedrà in fase finale di collaudo). Intanto l’area risulta essere ancora grezza, sebbene dall’estate scorsa si sia proceduto con i lavori, seppure fortemente a rilento rispetto alla tabella di marcia prospettata inizialmente. Per ora l’orizzonte temporale è stato posticipato all’estate 2024. Per ora, appunto.

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